Sabato, 23 Novembre 2024

Istruzione e formazione: pesano i tagli di bilancio e i divari di competenze


Sedici Stati membri hanno tagliato le spese per l’istruzione tra il 2008 e il 2011 e in sei Stati vi sono stati ulteriori significative diminuzioni di spesa nel 2012; è quanto emerge dall’ultimo monitoraggio annuale del settore dell'istruzione e della formazione, pubblicato lo scorso 30 ottobre dalla Commissione europea.

Istruzione e formazione: pesano i tagli di bilancio e i divari di competenze
Sedici Stati membri hanno tagliato le spese per l’istruzione tra il 2008 e il 2011 e in sei Stati vi sono stati ulteriori significative diminuzioni di spesa nel 2012; è quanto emerge dall’ultimo monitoraggio annuale del settore dell'istruzione e della formazione, pubblicato lo scorso 30 ottobre dalla Commissione europea.

Lo studio per il 2013 fornisce un quadro dei progressi di ciascun paese in relazione a parametri di riferimento e indicatori specifici ed evidenzia le più recenti tendenze ed analisi politiche. Accompagnato da 28 relazioni individuali per paese e da uno strumento di visualizzazione online, il documento fornisce un grande numero di dati destinati a facilitare l’applicazione di una politica dell'istruzione fondata su elementi concreti a livello europeo.

"I dati forniti dal Monitoraggio annuale del settore dell'istruzione e della formazione sono di valore inestimabile, giacché consentono agli Stati membri di confrontarsi l'uno con l'altro e incoraggiano i responsabili decisionali a investire in modo efficace nella modernizzazione dei sistemi d’istruzione, con l'obiettivo di migliorare la qualità e i risultati. Questo è fondamentale se vogliamo fare sì che i giovani possano sviluppare le competenze necessarie ad avere successo nella vita” ha commentato Androulla Vassiliou, Commissaria europea per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù.

Il monitoraggio di quest’anno conferma il calo nel tasso di occupazione dei giovani che hanno concluso da poco il loro ciclo di studi con almeno una qualifica secondaria superiore: solo il 76% trova infatti un lavoro, rispetto all’82% del 2008. Mentre per tutti gli Stati membri risulta ancora evidente il vantaggio assicurato in termini di occupazione da una laurea universitaria, ben un quinto della popolazione UE in età lavorativa con un titolo di studio universitario occupa posti di lavoro che di norma richiedono qualifiche inferiori. Questo indica che malgrado gli elevati livelli di disoccupazione siamo di fronte a un preoccupante divario tra le competenze fornite dai sistemi dell’istruzione e della formazione e quelle richieste dal mercato del lavoro.

Ai dati forniti dal Monitoraggio 2013 si aggiungono nuove relazioni tecniche, come uno studio sull’abbandono dell'istruzione superiore e uno studio sulla mobilità nel campo dell'apprendimento.

Obiettivo principale di Europa 2020: progressi regolari

Il tasso di abbandoni prematuri dell’istruzione e della formazione continua a calare, attestandosi sul 12,7%. L’obiettivo UE per il 2020 è il 10% o meno. Con un tasso di disoccupazione tra i giovani che lasciano prematuramente la scuola lievemente superiore al 40%, la sfida più impegnativa sarà la transizione dalla scuola al mondo del lavoro. Tale transizione viene agevolata da tirocini di alto livello, apprendistati e modelli di apprendimento basati sul “sistema duale”, che combinano l’istruzione con l’esperienza pratica. Negli Stati membri che dispongono di sistemi ben sviluppati di istruzione basata sul lavoro, gli studenti provenienti da cicli di istruzione e formazione professionale incontrano minori difficoltà nel passare dalla scuola al mondo del lavoro. Ma anche il movimento opposto, dal lavoro alla formazione, richiede maggiore attenzione: solo l’1% dei giovani tra 18 e 24 anni segue attività di apprendimento non formali dopo avere abbandonato il percorso di apprendimento formale.

Mentre il tasso di completamento dell'istruzione terziaria nell'UE sta lievemente aumentando, e ha raggiunto il 35,7% avvicinandosi così all’obiettivo Europa 2020 (40%), gli sforzi politici si spostano verso la riduzione dei tassi di abbandono, il rafforzamento della qualità e della pertinenza nonché la promozione della mobilità internazionale degli studenti. La mobilità internazionale contribuisce infatti ad aumentare le probabilità di mobilità post-diploma e può aiutare a contrastare i divari di competenze e le strozzature sul mercato europeo del lavoro.

Altri dati importanti:

  • La diseguaglianza continua ad essere una delle caratteristiche di molti sistemi dell’istruzione e della formazione in Europa. Ciò si rispecchia in marcate debolezze nelle competenze e qualifiche di determinati gruppi, come i giovani appartenenti a famiglie migranti.
  • Le tendenze demografiche hanno un forte impatto sulla professione dell’insegnante: in molti Stati membri la maggioranza degli insegnanti ha un'età avanzata e sono pochissimi gli insegnanti sotto i 30 anni..
  • L’Europa è in ritardo nello sviluppo delle risorse educative aperte (OER) e di corsi online aperti e di massa (MOOC). Se il 70% degli insegnanti nell'UE riconosce l'importanza di una formazione sui metodi di insegnamento e di apprendimento con strumenti digitali, solo il 20-25% degli studenti ha insegnanti motivati e competenti a livello digitale.

Competenze: Europa in regresso

Una recente indagine dell'OCSE sulle competenze della popolazione adulta (IP/13/922) fornisce un quadro più chiaro dei livelli di competenza della popolazione europea in età lavorativa. Una persona su cinque nell’UE non supera un livello di base nella lettura, mentre per il calcolo il dato riguarda addirittura una persona su quattro.

I risultati sottolineano inoltre la necessità di rafforzare la formazione lungo tutto l’arco della vita. La quota di partecipazione degli adulti all’apprendimento permanente è inferiore al 10% ed è più diffusa tra i giovani e tra le persone con livello d’istruzione elevato, invece che tra coloro che ne hanno più bisogno.

Andando al di là delle competenze di base, solo la metà della popolazione dell’UE in età lavorativa (15 anni e oltre) afferma che la propria istruzione scolastica si è rivelata utile per sviluppare competenze imprenditoriali; sono necessari sforzi per migliorare le competenze imprenditoriali e favorire la creazione di nuove imprese, migliorare lo spirito innovativo dei dipendenti e promuovere l’occupabilità dei giovani. La formazione all’imprenditorialità è uno strumento indispensabile per incentivare i vantaggi economici dell’istruzione.

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