Le misure del 29 gennaio u.s. vengono a completare le riforme a tutto campo già avviate per rafforzare il settore finanziario dell’UE.
Nell’elaborare le proposte la Commissione ha tenuto conto della preziosa relazione del gruppo di alto livello presieduto dal governatore della Banca di Finlandia Erkki Liikanen (IP/12/1048), delle norme nazionali vigenti in alcuni Stati membri, della riflessione in materia in corso a livello mondiale (principi del Consiglio per la stabilità finanziaria) e degli sviluppi in altre giurisdizioni.
Michel Barnier, Commissario per il Mercato interno e i servizi, ha dichiarato: “Le proposte odierne sono l’ultima tessera che viene a completare il mosaico della revisione delle regole che disciplinano il sistema bancario europeo. La normativa riguarda l’esiguo numero di banche di grandissime dimensioni che, senza queste regole, potrebbero risultare ancora troppo grandi per fallire, troppo costose da salvare, troppo complesse per risolverne le crisi. Le misure proposte rafforzeranno ulteriormente la stabilità finanziaria e faranno sì che le conseguenze degli errori commessi dalle banche non siano scaricate sui contribuenti. Con esse si compone quel quadro comune a livello dell’UE che è necessario per impedire che soluzioni nazionali divergenti creino fratture nell’Unione bancaria o compromettano il funzionamento del mercato unico. Le proposte sono calibrate attentamente in modo da assicurare il delicato equilibrio tra stabilità finanziaria e presenza delle condizioni che permettono l’erogazione di prestiti all’economia reale, elemento che riveste particolare importanza per la competitività e la crescita”.
Dall’inizio della crisi finanziaria, l’Unione europea e i suoi Stati membri hanno attuato una profonda revisione della regolamentazione bancaria e della vigilanza nel settore. L’UE ha avviato riforme per attenuare l’impatto dei potenziali dissesti bancari, nell’intento di creare un sistema finanziario più sicuro, più sano, più trasparente e più responsabile che sia al servizio dell’economia e della società nel suo complesso. Per aumentare la resilienza delle banche e per attenuare l’impatto dei loro potenziali dissesti, sono state adottate nuove norme sui requisiti patrimoniali per le banche (MEMO/13/690) e sul risanamento e la risoluzione delle crisi bancarie (MEMO/13/1140). È stato dato avvio all’Unione bancaria. È tuttavia possibile che alcune banche dell’UE continuino ad essere troppo grandi per fallire, troppo grandi per essere salvate e troppo complesse per risolverne le crisi. Sono quindi necessarie ulteriori misure, in particolare la separazione strutturale dei rischi connessi con le attività di negoziazione delle banche dalla funzione di raccolta di depositi da esse assolta. Le proposte odierne mirano a rafforzare la resilienza del settore bancario dell’UE facendo in modo nel contempo che le banche continuino a finanziare l’attività economica e la crescita.
La proposta sulla riforma strutturale delle banche dell’UE si applicherà soltanto alle banche dell’UE più grandi e più complesse che svolgono attività di negoziazione significative, prevedendo:
1. il divieto di negoziazione per conto proprio in strumenti finanziari e in merci, ossia la negoziazione per conto proprio al solo scopo di ottenere un utile per la banca, attività che comporta molti rischi ma nessun beneficio tangibile per i clienti della banca o per l’economia in genere;
2. il potere dell’autorità di vigilanza, e addirittura l’obbligo in determinate circostanze, d’imporre il trasferimento di altre attività di negoziazione ad alto rischio (attività di supporto agli scambi, operazioni complesse in derivati e cartolarizzazioni, ecc.) a entità giuridiche di negoziazione distinte all’interno del gruppo, per scongiurare il rischio che la banca aggiri il divieto di svolgere determinate attività di negoziazione effettuando attività occulte di negoziazione per conto proprio che, per le proporzioni troppo grandi che assumono o l’elevato indebitamento che generano, possono mettere a repentaglio la banca nel suo complesso e il sistema finanziario in genere. La banca avrà la possibilità di non separare le attività se sarà in grado di dimostrare all’autorità di vigilanza che i rischi generati sono attenuati tramite altri mezzi;
3. le norme che disciplinano i rapporti economici, giuridici, operativi e di governance tra l’entità di negoziazione distinta e il resto del gruppo bancario.
Per evitare che le banche tentino di aggirare queste norme trasferendo parti delle attività al settore meno regolamentato del sistema bancario ombra, occorre corredare le misure di separazione strutturale di disposizioni che migliorino la trasparenza del sistema bancario ombra. La proposta di accompagnamento sulla trasparenza prevede quindi una serie di misure volte ad aiutare autorità di regolamentazione e investitori a comprendere meglio le operazioni di finanziamento tramite titoli, che nella crisi finanziaria hanno costituito una fonte di contagio, di indebitamento e di prociclicità. È necessario controllare meglio queste operazioni per scongiurare il rischio sistemico che recano in sé.
Sullo sfondo delle iniziative nazionali di riforma strutturale del settore bancario e di un dibattito sempre più vivo a livello mondiale sui vantaggi che siffatta riforma presenta, nel novembre 2011 il Commissario Barnier ha annunciato l’istituzione di un gruppo di esperti di alto livello (HLEG), sotto la presidenza di Erkki Liikanen, governatore della Banca di Finlandia, con il mandato di valutare la necessità di una riforma strutturale del settore bancario dell’UE. Il gruppo ha presentato la relazione nell’ottobre 2012, raccomandando l’obbligo di separazione di talune attività di negoziazione ad alto rischio per le banche le cui attività di negoziazione superano determinate soglie (IP/12/1048).
Per quanto riguarda il sistema bancario ombra, nel 2013 il Consiglio per la stabilità finanziaria ha proposto una serie di raccomandazioni a disciplina del settore, avallate nel settembre 2013 dal vertice del G20 di San Pietroburgo.