Uno dei principali obiettivi delle riforme proposte è concentrare le risorse sui casi di aiuto di Stato più dannosi per la concorrenza.
Le imprese avranno la possibilità di beneficiare di varie tipologie di aiuto per una gamma più ampia di attività e per importi maggiori, senza aver bisogno di sottoporre i loro progetti al controllo preventivo delle autorità europee.
Stando alle previsioni, con la nuova normativa semplificata, i paesi dell'UE saranno tenuti a notificare alla Commissione tra il 10% e 25% dei casi di aiuti di Stato, molto meno rispetto all'attuale 40%. Questa riduzione deriva dal minor numero di criteri per la notifica ufficiale.
Circa tre quarti degli attuali aiuti e circa due terzi delle sovvenzioni non saranno più soggette a notifica alla Commissione, con un minore onere amministrativo per le imprese, le amministrazioni pubbliche e la stessa UE.
In compenso i paesi dovranno pubblicare online informazioni sugli aiuti finanziari che superano i 500 000 euro, concessi alle imprese da enti pubblici. In tal modo sarà possibile per gli altri paesi, le altre imprese e tutti i cittadini verificare gli aiuti pubblici erogati sul territorio dell'UE.
Un fattore positivo per l'economia. Le nuove norme offrono ai paesi la flessibilità di investire, ad esempio in poli di innovazione, infrastrutture a banda larga o salvaguardia del patrimonio culturale quando l'aiuto è chiaramente finalizzato a creare posti di lavoro e favorire la competitività.
L'auspicio è che le modifiche possano aumentare in Europa gli investimenti in R&S e l'innovazione del 50% entro il 2020. Attualmente l'UE investe circa il 2% del PIL in questo settore. Un incremento al 3% porterebbe l'Europa in linea con gli Stati Uniti e il Giappone e aiuterebbe le imprese a lanciare nuovi prodotti e creare occupazione.
Le riforme entreranno in vigore il 1° luglio 2014 e fanno parte di un pacchetto più ampio di misure volte a velocizzare il processo decisionale sui casi di concorrenza. Negli ultimi due anni sono già state introdotte norme specifiche per diversi settori, tra cui lo sviluppo regionale, il finanziamento del rischio e gli aeroporti.(© Unione europea, 1995-2014)