Commercio elettronico e acquisti reali da store virtuali: per i venditori on line tutti i passi da seguire per mettersi a posto col Fisco, anche nel caso in cui il cliente rispedisca al mittente la merce comprata in rete. La vendita on line di beni da consegnare tramite spedizioniere s’inquadra ai fini Iva nel concetto di commercio elettronico indiretto ed è assimilabile alla vendita per corrispondenza, per cui è escluso per i venditori l’obbligo di certificazione fiscale, ferma restando la registrazione dei corrispettivi. Inoltre, in caso di restituzione della merce, la procedura seguita deve garantire la tracciabilità dell’operazione. E’ quanto chiarisce l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione 274/E di oggi, che detta il passo degli adempimenti cui sono tenuti i titolari di negozi virtuali, prendendo le mosse dalla richiesta di una società leader nell’abbigliamento, intenta ad aprire il suo punto vendita virtuale.
In particolare, i tecnici delle Entrate spiegano che la procedura di restituzione della merce prevista per le vendite certificate con scontrino fiscale si può applicare anche nell’ipotesi in cui si emetta un documento non fiscale, purché si riescano a individuare gli elementi necessari a collegare il bene reso all’acquisto effettuato. A questo proposito, i venditori on line sono tenuti a conservare la documentazione da cui risultino le generalità dell’acquirente, il prezzo rimborsato, il codice dell’articolo acquistato e quello di reso. Inoltre, è necessario che dalle scritture ausiliarie di magazzino si possa verificare la movimentazione fisica del bene restituito.