Lunedì, 25 Novembre 2024

Inail: "I morti sul lavoro sotto quota mille: il miglioramento è ormai strutturale"



Inail: "I morti sul lavoro sotto quota mille: il miglioramento è ormai strutturale"

ROMA - "Per la prima volta dal dopoguerra la soglia dei morti sul lavoro è scesa sotto i mille casi/anno. Dopo il calo record di infortuni del 2009, in parte dovuto agli effetti della difficile congiuntura economica, il 2010 ha registrato un'ulteriore contrazione di 15.000 denunce (per un totale di 775.000 complessive) a conferma del miglioramento ormai strutturale dell'andamento infortunistico in Italia". Così il presidente dell'INAIL, Marco Fabio Sartori, in occasione della presentazione del Rapporto Annuale 2010, fa il punto della situazione.

Presidente, l'abbattimento della soglia psicologica dei mille casi/anno è un risultato importante.
"Soprattutto se pensiamo che solo dieci anni fa gli infortuni erano oltre 1 milione (1.030.000) e ben 1.452 i casi mortali. La dimostrazione di come - negli ultimi anni - siano cambiati la cultura e l'approccio delle imprese al tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, ma anche la visione che il sistema del Welfare nel suo complesso, ha dell'INAIL. Oggi l'Istituto è visto come un partner, un collaboratore per quello che riguarda la sicurezza a 360 gradi, e non più come un Ente punitivo. Un significato particolare assume in quest'ottica l'incorporazione nell'INAIL dell'Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) e dell'Ipsema (Istituto di previdenza per il settore marittimo) che ha finalmente permesso la nascita del 'Polo della salute e della sicurezza' garantendo il giusto contesto per il concreto sviluppo di quel piano industriale, da noi fortemente voluto e condiviso con Governo e Parlamento, il cui obiettivo finale è la realizzazione effettiva della tutela integrata e globale del lavoratore".

Torniamo ai numeri...
"Il confronto tra il 2009 e il 2010 conferma l'andamento decrescente degli infortuni, anche se in misura molto più contenuta rispetto al periodo precedente, con una contrazione dell'1,9% dei casi denunciati e un numero di decessi che, per la prima volta dal dopoguerra, scende sotto i mille casi. Se teniamo conto dell'aumento dell'occupazione (+5,9%), la flessione del dato infortunistico - nel periodo 2001-2010 - raggiunge la percentuale eclatante del 28,4%".

Se lo aspettava?
"Prima di tutto vorrei sottolineare che non mi piace 'cantare vittoria' perché ogni singolo incidente è sempre un dramma per il lavoratore che lo vive e per la sua famiglia. Di certo posso dire che il positivo risultato del 2010 non era scontato, sia perché il calo infortunistico 2008-2009 (-9,7%) si presentava come la riduzione più alta dell'ultimo quindicennio, sia perché un terzo circa della diminuzione complessiva era dovuto alla grave crisi economica e occupazionale che colpiva l'Italia e il mondo intero. Personalmente temevo che, per una sorta di 'effetto-rimbalzo', il 2010 evolvesse in una ripresa del fenomeno infortunistico con un riallineamento ai livelli più consolidati degli anni precedenti. Così non è stato e la diminuzione degli infortuni nel 2010, pur in un certo permanere della crisi, rappresenta un risultato di particolare rilievo".

Un caso a parte è quello che si vive, purtroppo, con il lavoro nero ...
"L'Istat ha recentemente diffuso le stime per il 2009 del lavoro sommerso indicandolo in quasi 3 milioni di unità di lavoro (ULA). Partendo da questi dati INAIL valuta che per il 2009 si tratti di circa 165mila infortuni 'invisibili' rientranti per lo più in un range di gravità medio-lieve (175mila era stata l'analoga stima per il 2006)".

Quanto al rapporto con l'Europa, invece?
"Ho più volte sottolineato che l'Italia non è la 'maglia nera' degli infortuni sul lavoro e i numeri ancora una volta lo dimostrano. Utilizzando come termine di paragone i tassi standardizzati Eurostat aggiornati al 2007 (ultimo anno disponibile), il nostro Paese registra un indice infortunistico pari a 2.674 infortuni per 100.000 occupati, di gran lunga più favorevole rispetto a quello medio riscontrato nelle due aree Ue (3.279 per l'Area Euro e 2.859 per l'Ue 15)".

E' corretto dire che la riduzione degli infortuni ha assunto ormai un carattere strutturale?
"In un certo senso sì. Per questo, per conseguire risultati ancora più soddisfacenti è indispensabile puntare sulla diffusione capillare e mirata delle azioni di prevenzione: dieci anni di progressi non bastano; è urgente un ulteriore salto di qualità! Nel 2010 l'Istituto ha quindi avviato una nuova politica della prevenzione strettamente coordinata con le direzioni regionali. Dalla progettazione di uno specifico 'portale della prevenzione' alla realizzazione del Sinp (Sistema informativo nazionale per la prevenzione), tutto si muove affinché gli investimenti in prevenzione siano sempre più parte integrante della vita delle aziende e dei lavoratori. Proprio questa forte convinzione ha portato al primo 'Click Day Prevenzione' del 12 gennaio 2011, un notevole investimento finanziario e un grande sforzo di sistema che entro il 2013 permetterà all'Istituto di destinare circa 760 milioni di euro a favore di tutte le aziende, anche individuali, che decidono di investire nella sicurezza dei propri lavoratori".

Come vede il futuro per l'INAIL?
"Dalla nascita ufficiale del 'Polo della salute e della sicurezza', alla conferma del calo record di infortuni del 2009, fino ai due miliardi di euro stanziati nel quadriennio per la ricostruzione in Abruzzo, il 2010 è stato un anno che ha segnato in modo netto il percorso di INAIL, da tempo non più votato solo alla missione assicurativa e sempre più orientato alla presa in carico totale del lavoratore infortunato e alla promozione di interventi a tutto campo nella prevenzione. L'INAIL non di domani, ma di oggi, è un Istituto che crede con convinzione nelle proprie capacità di affrontare questa sfida per l'abbattimento del fenomeno infortunistico insieme alle Istituzioni dello Stato, alla società civile e a ogni forza impegnata nel sistema del welfare italiano".

Per saperne di più:

Speciale Rapporto Annuale

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