Lunedì, 25 Novembre 2024

Cos'è l'IMU, al via dal 1° gennaio con il decreto salva-Italia



Cos'è l'IMU, al via dal 1° gennaio con il decreto salva-Italia

L’IMU è la nuova imposta su tutte le case che unisce la vecchia Ici e le Addizionali comunali pagate sul patrimonio immobiliare. Si calcola sulla rendita catastale degli immobili rivalutata del 60% eviene tassata con un’aliquota del 3,6 ‰ per la prima casa e del 7,6 ‰ per tutte gli altri immobili. Per le prime case, non dovrà essere pagata se di importo inferiore ai 200 euro. La vecchia Ici, invece, era assente per la prima casa mentre partiva da un minimo del 5‰ per tutti gli altri edifici. I Comuni potranno alzare o abbassare l’IMU fino a un massimo del 2‰ sulla prima casa (che potrà quindi oscillare tra l’1,6 ‰ e il 5,6 ‰) e del 3 per mille per gli altri immobili, oscillando così tra il 4,6 e il 10,6 ‰.

L'IMU, ovvero Imposta municipale unica, rivolta a tutti e calcolata sulle abitazioni, ideata da Tremonti per ridare fiato ai Comuni, sarebbe dovuta entrare in vigore nel 2014, ma il governo Monti con il decreto Salva-Italia l’ha anticipata al 1 gennaio 2012, contando così di portare nelle casse dello Stato circa 22 miliardi di euro, oltre il doppio di quanto si riscuoteva con l’Ici: di questi solo 1,5 arriveranno dalle prime case, il resto deriverà dalle seconde, terze e altre abitazioni, oltre che da uffici ed edifici commerciali. Stato e Comuni divideranno gli introiti a metà.

Tale intervento accresce il contributo che viene chiesto al patrimonio e alla ricchezza allo sforzo per superare la crisi.

Rispetto alla formulazione originaria dell'IMU ci sono tre novità che portano rincari ai proprietari di casa.

La prima è che il proprietario dovrà pagare anche per l'appartamento in cui risiede, mentre nella sua prima formulazione l’imposta prevedeva l'esenzione assoluta.

La seconda è che la base imponibile è aumentata del 60% rispetto a quella dell'Ici. Quest'imposta è fino a un certo punto municipale, in quanto i comuni potranno sì stabilirne il valore, ma non tenersi per intero gli incassi, se non quelli della prima casa: è infatti dovuto uno storno all’Erario degli introiti nella misura dello 0,38% dell'imponibile teorico di seconde case, negozi, uffici ed altro.

Terzo fattore di forte rilievo, tenuto conto dell’impatto che la decisione avrà sull’elettorato, va alle amministrazioni comunali la scottante scelta delle possibili aliquote per le prime case da un minimo dello 0,2% a un massimo dello 0,6% sulla rivalutazione del valore catastale.

Il calcolo dell'imposta prevede l'applicazione di una detrazione fissa di 200 euro su tutte le residenze, comprese quelle di lusso, con una variabile di 50 euro per ogni figlio di età inferiore ai 26 anni e convivente con il proprietario, fino a un massimo di altri 400 euro. Il Governo, a tal proposito, considera, secondo le stime riferite dal presidente del Consiglio nella conferenza stampa di fine anno, che 6 milioni di contribuenti non pagheranno per detrazioni l'imposta per la loro prima casa.

Sugli altri immobili, residenziali e non, il margine di oscillazione va dall'aliquota minima dello 0,46% a quella massima dell'1,06%. Con la vecchia Ici le aliquote non superavano lo 0,7%, e, solo in casi particolari, lo 0,9% per le abitazioni sfitte nelle grandi città.

L’Imu assorbe la cosiddetta Irpef fondiaria, cioè l'imposta sulla rendita dell'immobile. Non potrà certo godere del vantaggio dell'assorbimento dell'Irpef fondiaria chi già non la pagava: è il caso dei proprietari che danno l'immobile in locazione e delle società che pagano l'Ires sui profitti e non l'Irpef sui redditi.

Se l'introduzione dell'Imu è destinata ad avere un impatto negativo sul mercato immobiliare, conseguenze ancora più gravi potrebbe averla l'altra novità lanciata negli ultimi giorni dall'esecutivo, e cioè la volontà di fare una nuova revisione dei valori catastali con un quasi impossibile proposito di farcela entro la fine naturale dell’attuale legislatura a primavera 2013.

L'intenzione sarebbe quella di varare una riforma di rivalutazione dei valori del Catasto per aggiornare ognuno dei 60 milioni di immobili censiti nel territorio nazionale ai reali valori di mercato. A tutti gli effetti vengono anticipate le future volontà di attingere ancor di più dalle ormai vuote tasche dei contribuenti italiani.

Francesca Maggiulli

© Riproduzione riservata.