Le proposte di riforma della disciplina della professione forense all’esame dal Parlamento e i potenziali effetti sulle imprese pongono una serie di dubbi e perplessità che vengono messi in evidenza dall’associazione Assonime.
Alcuni profili restrittivi pongono una serie di domande motivo di principali preoccupazioni: l’estensione della riserva di attività in favore degli avvocati a numerosi ambiti, tra cui la consulenza legale in ogni campo del diritto; gli ostacoli al passaggio dall’attività di giurista di impresa alla libera professione che risulterebbero dal limite temporale di cinque anni dal superamento dell’esame di Stato per l’iscrizione o la reiscrizione all’Albo; la reintroduzione delle tariffe minime; i limiti alle modalità organizzative più efficienti per l’esercizio della professione forense.
Le restrizioni previste dalle proposte in discussione sembrano in contrasto con i principi fondamentali dell’ordinamento nazionale e comunitario a tutela del lavoro autonomo, della libertà d’impresa, del mercato interno e della concorrenza. Inoltre esse si tradurrebbero in un aumento dei costi dei servizi legali per le imprese del tutto inopportuno nel contesto della crisi economica e, più in generale, in un mercato globale in cui la concorrenza nell’offerta di servizi costituisce un importante fattore di competitività.