Sul fronte degli infortuni sul lavoro "resta molto da fare, anche dal punto di vista del sistema degli accertamenti, dei controlli e delle sanzioni". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a margine della "Giornata nazionale di studio sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro" che si è svolta oggi a Palazzo Giustiniani, promossa dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro del Senato presieduta da Oreste Tofani. Nel quadro di quello che è già stato fatto ci sono anche "risultati apprezzabili", ha aggiunto Napolitano, ma "come ha dimostrato il dottor Guariniello, ci sono gravissime crepe e contraddizioni nell'impegno a costruire la sicurezza sul lavoro, che è un fondamentale valore costituzionale".
Guariniello: "Se la giustizia è lenta si diffonde l'idea dell'impunità". Nell'intervento citato dal presidente della Repubblica, il sostituto procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, ha parlato di "carenza di controlli", che rende "necessario arricchire gli organici e le professionalità" a disposizione degli enti preposti alla vigilanza. Per Guariniello "non basta individuare le responsabilità delle piccole imprese che ricorrono al lavoro nero", ma bisogna fare altrettanto con le grandi aziende committenti. "Non dobbiamo neanche nasconderci le carenze della magistratura - ha aggiunto - In alcune zone del nostro Paese i processi per infortuni sul lavoro non si fanno nemmeno. In altri casi, invece, si fanno, ma procedono talmente lentamente che il reato finisce per essere prescritto. Le conseguenze sono pericolose perché così si diffonde l'idea dell'impunità". Guariniello, che ha guidato i pool dell'accusa nei maxi-processi ai vertici di Eternit e ThyssenKrupp, ha ribadito quindi la necessità di creare "una procura nazionale altamente specializzata per gli infortuni sul lavoro", che godrebbe anche del vantaggio di poter operare senza subire i condizionamenti legati agli interessi delle singole realtà locali. All'attività ispettiva, invece, gioverebbe una maggiore sinergia, perché, ha detto il magistrato, "abbiamo tanti organi di vigilanza che operano senza nessun tipo di coordinamento".
Schifani: "Fare rispettare le leggi esistenti". Aprendo la seconda parte della sessione di lavori mattutina, il presidente del Senato, Renato Schifani, ha esortato le istituzioni a prestare "un'attenzione costante", auspicando allo stesso tempo "un approccio condiviso da tutte le forze politiche per fronteggiare l'emergenza degli infortuni sul lavoro". Per Schifani, infatti, "occorre uno sforzo sempre maggiore di tutti, senza eccezione. La vita di ogni lavoratore, il diritto alla salute, che significa operare in condizioni igienico-sanitarie sicure e idonee, vanno tutelati sopra ogni cosa. Il problema principale che si impone anche al Parlamento non è tanto quello di introdurre nuove garanzie legislative, bensì quello di verificare il rispetto delle misure previste dalla legge. Le morti, gli incidenti, sono dovuti in gran parte alla mancata applicazione della legislazione all'avanguardia che già esiste". Secondo il presidente del Senato è necessario, quindi, "un cambiamento culturale, che deve coinvolgere non solo i datori di lavoro, ma gli stessi dipendenti, nella consapevolezza che le leggi sulle condizioni giuridiche e materiali del lavoro non rappresentano mere formalità burocratiche, ma regole che garantiscono la dimensione imprescindibile di partecipazione dell'individuo alla vita collettiva". La seconda carica dello Stato ha bollato come "moralmente deprecabile" della necessità di occupazione dei tanti lavoratori "disposti a rischiare la propria vita e la propria salute pur ci percepire uno stipendio. Le troppe tragedie anche recenti, come quelle di Barletta, Frosinone e degli operai dell'Emilia schiacciati all'interno di capannoni non in linea con le norme antisismiche, ci impongono interventi di prevenzione sempre più attenti e rigorosi".
Fornero: "La crisi non può essere un pretesto per chiudere un occhio". A Schifani ha fatto eco, nel pomeriggio, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Elsa Fornero, che nel suo intervento a Palazzo Giustiniani ha spiegato che servono "buone norme e noi le abbiamo, ma come io amo dire anche per la riforma del lavoro, non bastano, devono essere tradotte in pratica, osservate e vigilate", e la vigilanza "non deve essere vessatoria ma severa". Bisogna poi agire sull'informazione: le norme, cioè, "devono essere conosciute dalle imprese e dai lavoratori", che devono convincersi che "la sicurezza è un valore di civiltà e anche un valore economico". La sicurezza, ha aggiunto Fornero, "richiede investimenti che sono difficili in un momento di recessione", ma "se in un momento grave di recessione economica venisse la tentazione di chiudere un occhio sulle procedure, io dico che questo non deve avvenire".
Balduzzi: "Più sinergia tra istituzioni e sindacati". Secondo il ministro della Salute, Renato Balduzzi, è fondamentale "intensificare gli sforzi per contrastare il fenomeno degli incidenti sul lavoro". Anche se il loro numero è in diminuzione, infatti, "rimane sempre troppo alto per un Paese come il nostro che voglia coniugare modernità e sostenibilità". I dati sugli infortuni e le malattie professionali, ha precisato il ministro, "restano comunque fortemente sottostimati" anche "per il timore" dei lavoratori che denunciarli "porti al licenziamento". Il titolare del dicastero di Lungotevere Ripa si è detto però "convinto che con una più stretta sinergia tra il ministero, le Regioni, le istituzioni, gli operatori del settore, i lavoratori e le loro organizzazioni, questi obiettivi sulla sicurezza saranno più vicini".