Domenica, 24 Novembre 2024

Raccolta rifiuti organici, ecco il sacchetto giusto



Raccolta rifiuti organici, ecco il sacchetto giusto
Francesca Maggiulli - In vigore da giugno 2012 la norma UNI 11451 è un riferimento prezioso per una corretta gestione della raccolta dei rifiuti che nel territorio salentino sta da un lato avanzando il sistema della differenziata, d'altro canto vi sono numerose segnalazioni di errori dovuti anche all'uso di sacchetti non idonei. Infatti è raro che si disponga di una piccola compostiera in casa e dunque non basta differenziare i rifiuti organici (avanzi di cucina e di giardino) dagli altri tipi di rifiuti, ma occorrono i sacchetti giusti, biodegradabili e compostabili in modo da non interferire con le pratiche di compostaggio o digestione anaerobica.

Quali debbano essere i requisiti dei sacchetti, la loro dimensione e le caratteristiche fisico-meccaniche, è indicato in modo chiaro nella
 
La norma UNI 11451, “Sacchi biodegradabili e compostabili per la raccolta della frazione organica dei rifiuti solidi urbani -Tipi, requisiti e metodi di prova” riferisce i requisiti tecnici dei sacchetti biodegradabili e compostabili per la raccolta dell’umido domestico- così come spiega Claudio Puliti, relatore della norma UNI e tecnico commerciale di Ibi Plast srl - riferimento per il consumatore che con essa identifica un prodotto idoneo per la raccolta dell’umido domestico, e per il gestore della raccolta rifiuti perché il sacchetto può essere trattato insieme ai rifiuti organici, negli appositi impianti di compostaggio e di digestione anaerobica".

Il rapporto “Rifiuti Urbani 2012” dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), evidenzia l'incremento della raccolta della frazione organica dei rifiuti del 12% rispetto all'anno precedente con un potenziale di sviluppo della raccolta dell'organico, se avviato in modo capillare sull'intero territorio italiano, fino a 6-7 milioni di tonnellate l'anno.

Un imballaggio biodegradabile e compostabile deve, secondo la norma UNI 13432, biodegradarsi almeno del 90% in 6 mesi (cioè, almeno il 90% del carbonio organico costituente il materiale deve trasformarsi in anidride carbonica), disintegrarsi in condizioni di compostaggio in un periodo massimo di 3 mesi. Il materiale non deve avere effetti negativi sul processo di compostaggio, la concentrazione dei metalli pesanti presenti deve essere inferiore ai limiti indicati in norma, il compost risultante dopo la degradazione del materiale non deve avere effetti ecotossici sulle piante, considerato che il suo utilizzo finale è quello di fertilizzante in campo agricolo.

I sacchetti destinati alla raccolta dell’umido domestico devono essere realizzati con materiali biodegradabili e compostabili certificati dalla norma UNI EN 13432 (D.Lgs n.152 del 3.4.2006, modificato con D.Lgs. 205 del 3.12.2010 art. 182 ter).
 
I sacchi sono classificati in quattro classi - A,B,C,D - in base alla loro capienza e resistenza (UNI EN 14995) a garanzia dell'idoneità allo smaltimento in impianti di compostaggio e adeguati al tempo stesso ad un utilizzo domestico, commerciale e industriale.
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