Domenica, 24 Novembre 2024

Dall’Università del Salento il 42mo “Incontro di Grammatica Generativa”


Evento unico per discutere dei progressi della ricerca sulle basi biologiche del linguaggio, inaugurata dal linguista Noam Chomsky a metà Novecento...

Dall’Università del Salento il 42mo “Incontro di Grammatica Generativa”

Sarà ospitato dall’Università del Salento il 42mo “Incontro di Grammatica Generativa” (IGG), l’evento italiano più importante per discutere dei progressi della ricerca sulle basi

biologiche del linguaggio, inaugurata dal linguista Noam Chomsky a metà Novecento. A organizzarlo il Centro di Ricerca Interdisciplinare sul Linguaggio (CRIL), diretto al professor Mirko Grimaldi: appuntamento dal 18 al 20 febbraio 2016 nell’aula SP7 dell’edificio Sperimentale Tabacchi (viale Calasso, Lecce).

Come fa un bambino ad apprendere la propria lingua? «Acquisiamo a scuola una serie di regole grammaticali e un sistema di scrittura, ma un bambino controlla la grammatica della lingua madre già a tre anni senza aver ricevuto nessuna istruzione esplicita», spiega il professor Grimaldi, «Partendo da questo problema, Chomsky aprì una nuova prospettiva d’indagine che avrà un’enorme fortuna e ispirerà generazioni di linguisti (e non solo) in ogni angolo del mondo. Chomsky riprende e sviluppa le idee di alcuni filosofi e naturalisti, secondo cui il linguaggio è una proprietà unica degli esseri umani, geneticamente determinata dall’evoluzione. Sulla base degli stimoli acustici a cui è esposto, il cervello di un bambino riesce già dalle prime settimane di vista a individuare quali sono i suoni propri della lingua nativa, e da lì proseguirà identificando le peculiarità intonative e sillabiche, le regole che portano alla formazione delle parole e, infine, le regole sintattiche per la combinazione delle parole. Il bambino capirà e produrrà frasi mai sentite prima grazie a un meccanismo che gli permette di combinare un set finito di elementi linguistici in modo potenzialmente infinito. Nessun altro essere vivente sulla terra, sia pure dotato del più sofisticato sistema di comunicazione, è in grado di sviluppare questa abilità. In breve, i nostri cervelli sono ‘programmati’ a far emergere una grammatica non appena siamo esposti a un ambiente linguistico. Invece di supporre che nel nostro cervello siano contenute tutte le grammatiche delle lingue possibili, Chomsky ipotizzò che tutte le lingue si basino su principi universali e che ogni bambino, sulla base di quei principi, attiverà gli opportuni parametri che differenziano una lingua da un’altra. La ricerca da allora non si è mai fermata, e in effetti è stato dimostrato che, per quanto le lingue possano variare enormemente, questa variazione si può spiegare con un numero limitato di parametri. Un esempio: le lingue variano rispetto all’ordine delle parole, alcune prediligono l’ordine soggetto-verbo-oggetto, altre l’ordine soggetto-oggetto-verbo, eccetera. Tuttavia, il numero di opzioni che le lingue hanno rispetto all’ordine delle parole non è infinito, ma si riduce a sei possibilità. Quindi il cervello di un bambino possiede tutte le opzioni potenzialmente attivabili, ma attiva solo quella del sistema linguistico a cui è esposto. Individuare i principi universali che controllano le lingue naturali ovviamente potrà rivelarci nuove prospettive sul funzionamento della mente e del cervello, e infatti alcune delle ipotesi di Chomsky sono state di recente confermate da ricerche nel campo delle neuroscienze. All’interno di questa prospettiva biolinguistica sono stati sviluppati diversi filoni di ricerca, e l’Italia è stata sin dall’inizio all’avanguardia, contribuendo in modo importante allo sviluppo della teoria chomskiana. In questo 42mo IGG», conclude Grimaldi, «studiosi italiani e stranieri si confronteranno in merito agli ultimi risultati raggiungi in questo stimolante campo di studi, portando evidenze su una enorme quantità di lingue (dal basco al cinese, dal rumeno al tedesco, eccetera), inclusi molti dialetti italiani».

 

Fra i relatori invitati Andrea Calabrese, d’origine salentina e da oltre un ventennio all’Università del Connecticut (USA), con cui il CRIL collabora sin dall’inizio della sua attività. Calabrese interverrà in merito ai possibili collegamenti fra alcune forme verbali che dall’indoeuropeo sono passati al latino e quindi alle lingue romanze (l’italiano con i suoi dialetti, lo spagnolo, il francese, eccetera). Nella mattina del 20 febbraio, il professor Grimaldi presenterà i risultati delle ricerche sviluppati all’interno del CRIL in prospettiva biolinguistica. 

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