“COME SE FOSSE TEATRO”
"Vincitore del concorso Principi Attivi - Giovani Idee per una Puglia Migliore"
con il contributo e il sostegno di
Regione Puglia Principi Attivi _ Giovani idee per una Puglia migliore
Comune di Leverano
Festival dei Teatri Primitivi
I edizione
6/
Chiostro del Convento Santa Maria delle Grazie dei Frati Minori
Via Leuca, 1 _ Leverano (Le)
Il progetto “come se fosse Teatro”, realizzato dall’Associazione Santi Teatri Primitivi “vincitore del concorso Principi Attivi - Giovani Idee per una Puglia Migliore" con il contributo e il sostegno di Regione Puglia e la partnership del Comune di Leverano, prevede la realizzazione di residenze artistiche a sostegno delle giovani compagnie teatrali di innovazione presenti sul territorio nazionale.
Le compagnie Roberto Corradino/Reggimento Carri (Bari), Caterina Moroni (Terni), A.C. Suttascupa (Palermo), selezionate con bando nazionale, sono impegnate dal 13 luglio nella realizzazione di tre studi teatrali inediti che saranno presentati all’interno del Festival dei Teatri Primitivi in programma dal 6 al 9 agosto presso il Chiostro del Convento S. Maria delle Grazie dei Frati Minori a Leverano (Le).
PROGRAMMA
giovedì 6/08 h 21.30
roberto corradino /reggimento carri compagnia in residenza
Le muse orfane di Michel Marc Bouchard
un progetto di roberto corradino /reggimento carri
con Alice Bachi, Roberto Corradino, Tatiana Lepore, Simona Senzacqua,
light design Gianni Staropoli sound design Davide Tidoni
organizzazione Antonella Dipierro foto di scena Laura Arlotti
Catherine, Isabelle, Martine, Luc. Tre sorelle e un fratello, ormai adulti. Sono gli eroi perduti delle Muse orfane che abbandonati in tenera età da una madre ammalata di giovinezza, hanno visto esplodere la propria esistenza.
Dramma familiare ricco di spunti paradossali, Le Muse Orfane ricostruisce i conflitti di un passato che, pur essendo comune ai personaggi, si rifrange attraverso i loro diversi punti di vista, generando una molteplicità di menzogne, gelosie, ripicche, confessioni e colpi di scena. Mescolando tragico e grottesco, in un gioco teatrale divertente e crudele, Michel Marc Bouchard, uno degli autori di punta del teatro canadese, s’interroga senza censure e pregiudizi sulla più grande fatalità della vita: la nostra famiglia, la nostra genesi.
Tutti gli orfani del mondo sono miei fratelli
Una nota del Reggimento Carri
Emozionale. Il teatro è emozionale. Ho tre sorelle e un fratello per le mani. E una Madre che non c’è. È la notte del Sabato Santo, e ci sono loro, che l’aspettano. Catherine, Martine, Isabelle e Luc. E nell’attesa si fanno a pezzi. E quando avranno finito la Mamma arriverà, come evocata da una seduta spiritica, resusciterà e si mostrerà ai loro occhi come non avrebbero mai immaginato potesse essere. È la Pasqua di Resurrezione e la Mamma torna. Perché la Mamma è sempre la Mamma.
L’autore
Michel Marc Bouchard (1958) è uno degli autori canadesi più noti al mondo, vanta oggi una vasta produzione di autore teatrale, iniziata negli anni ottanta, che lo pone al centro della scena contemporanea. Nei suoi testi, tradotti e rappresentati in tutto il mondo, indaga i grandi temi dell’attualità, quali l’identità sessuale e la crisi dei valori familiari.
«Sono stato costretto molto presto a prendere posizione nei confronti della società in cui vivevo e della sua mentalità ristretta, dove regnavano l’oppressione e il giudizio contro chiunque osasse affermare la propria diversità e le proprie ambizioni a una vita diversa da quella del clan. `…` Mi rendo conto che la mia scrittura vive una tensione costante tra i valori del vecchio e del nuovo mondo».
Marc Michel Bouchard
venerdì 7/08 h
Caterina Moroni
Spennuti (traccia 02)
di e con Caterina Moroni suono e meccanismi scenici Claudio Raggi
costume di scena Maria Chiara Carboni oggetti di scena Emiliano Austeri
e con la partecipazione vocale di Lucio Mattioli e alare di Tyto
Spennuti è il secondo tassello di un progetto più amplio dal nome tracce. Il termine traccia è da intendersi come l’orma di bestia, è il segno del mostro, la forma che chissà se risponde del contenuto, il peso del cielo sulla terra.
L’intenzione, l’enorme tensione, è verso una forma piccola, estremamente misurata che possa contenere e non comprimere (anzi amplificare) un tremare del cuore nella percezione di ciò che è infinitamente vasto, incontenibile: una misura di immediatezza.
Parliamo di nascita, ma non è vero.
Parliamo di morte, ma non è vero.
Di certo parliamo di vita.
L’ascesa e la caduta, la strada che percorrono allo stesso modo angeli e uomini.
La storia è molto semplice, è sempre la stessa.
Una donna e il suo bambino. Il ciclo necessario della nascita, la vita, la morte/ della creazione, aspettativa, distruzione.
La Donna che dà la vita e la toglie, protettrice e crudele semplicemente per necessità, che incarna tutte le donne del mondo, le madonne.
E' il volto di Iside, della Maddalena, di Gea, della Llorona, della mamma anatra del brutto anatroccolo, delle madri, tutte, di Plaza de Mayo, di Kali, della maestra di disegno, della cagna.
La sua creatura nasce con le ali, come tutti, e vorrebbe tenerle.
La creatura è bestia, come tutti, e già vede, già sa molto del mondo.
E' bianca e piumata come un cigno ma non è un cigno.
In scena la creatura, la nuova figlianza che discende dal precedente lavoro con un sottile filo (ma sarebbe piuttosto il caso di dire cordone) rosso, è un barbagianni in grado di volare in spazi ristretti. Proprio come un bravo attore. Più vero di qualsiasi bravo attore.
Questo non vuole essere un lavoro sulla figura della donna, almeno non in maniera esplicita e non solo, quanto piuttosto un'esperienza di simboli e archetipi sottili che trattano di vita, delicatezza, rivoluzione necessaria.
Nel terreno di mezzo tra madre e figlio risiede ancora la natura animale dell'essere umano, probabilmente sia per la visceralità del incrocio, che per il carico di istinto che porta con sé.
Santa bestialità sopita.
sabato 8/08 h
A.C. Suttuscupa
Nudo Ultras_ primo studio
regia di Giuseppe Massa con Stefania Troise, Giuseppe Provinzano, Emiliano Brioschi, Giovanni Prisco
Il 4 Febbraio del 2007 durante il derby Catania-Palermo, dopo alcuni contestatissimi errori arbitrali, fuori dallo stadio si scatenano dei violentissimi scontri fra gli ultras catanesi e le forze dell'ordine; tali scontri hanno un tristissimo epilogo:la morte dell'Ispettore Filippo Raciti. Passano alcuni mesi, e questa volta a morire è un ultras laziale:Gabriele Sandri. Durante la notte successiva alla morte del tifoso laziale, Roma diventa il centro di numerosi focolai in cui gli ultras scatenano tutta la loro rabbia:assalti a caserme e a questure, distruzione di numerosi locali del Coni. Il caso si sposta e inonda il mondo di internet, monopolizzando per mesi i blog degli ultras, e più in generale tutti i siti della rete, scatenando un violento “scontro” telematico che, più che a un forum, è parso somigliare ad una vera e propria “rissa” mediatica.
Questi due tragici episodi mi hanno spinto a sviluppare un progetto teatrale che andasse a scandagliare questa sub-cultura. Ma chi sono realmente gli ultras? Può definirsi il movimento ultras un'espressione della sotto-cultura giovanile contemporanea? Come si relaziona, quest'ibrido di fede calcistica, politica, gioia, violenza, con la nostra società? Queste sono alcune delle domande che in primis mi spingono ad iniziare questa ricerca e a sviscerare quest'argomento, cercando di non cadere nella solita ragnatela buonista e moralista propinataci dai media più istituzionali; anche se forse la domanda più importante da porsi è la seguente:nel profondo delle sue viscere, ogni essere umano ha la necessità, il bisogno primordiale di compiere violenza? E se la risposta è sì, perché?
domenica 9/08 h
La luna nel letto/ Ass. Tra il dire e il fare
Mammasantissima in Ammerika!
ricerca, progetto e direzione musicale Tommaso Scarimbolo
regia Michelangelo Campanale musicisti e interpreti Angelo Manicone, Damiano Nirchio, Francesco De Felice, Lorenzo Zitoli, Tommaso Scarimboli, Salvatore Marci arrangiamenti Angelo Manicone, Francesco De Felice assistente alla regia, costumi, Group Trainer Raffaella Giancipoli cura del testo Damiano Nirchio
scene e luci Michelangelo Campanale direzione tecnica Sebastiano Cascione
Negli anni '60 in un immaginario paesino della Murgia pugliese un gruppo di ragazzi si riunisce nello stanzino del Circolo Culturale del paese e mette su un gruppo musicale: I Mammasantissima. Si suonano i brani che si sentono alla radio, Carosone, Buscaglione, ma anche i nuovi successi del Jazz che arrivano da lontano, lontanissimo. Si suona per vincere la noia, per darsi arie da grandi jazzisti quando si passeggia nella piazza del paese, per far colpo sulle ragazze all'uscita della Messa, per il piacere di stare insieme, perchè d'estate lì dentro si sta freschi, o forse solo perchè non c'è niente di meglio da fare. E nel frattempo si sogna l' Ammerika con i suoi grattacieli su cui si arrampica King Kong, donne bellissime con nuvole di capelli biondi e sigarette strette tra labbra rosse e lucide, grossi uomini neri e sudati chini su contrabbassi o che soffiano dentro sassofoni urlanti e dolenti, impiegati che affrettano il passo nelle loro scarpe di vernice, aerei, metropolitane, belle macchine, ricchezza, fama, Libertà.
E un bel giorno, iniziato come tanti altri, l'occasione di andare a suonare in America arriva davvero.
L'Ammerika è a portata di mano, mancano poche ore alla partenza, ad una nuova vita, al grande salto, eppure...
I MAMMASANTISSIMA IN AMMERIKA è una storia del Sud, del suo “pensare eridiano” che non è altro che un rimanere eternamente sulla soglia, stretto tra il coltivare pazientemente e ostinatamente grandi sogni e il tragico e ineluttabile bisogno di lasciare tutto così com'è e come è sempre stato; dove anche l'impresa più nobile si ferma davanti ad un “ma che andate facendo?”; dove è difficile vivere, dove è difficile decidere di andarsene.
Ingresso 3 euro contributo associazione
per info:
web: www.santiteatriprimitivi.it
mail: info@santiteatriprimitivi.it
mobile: +
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Santi Teatri Primitivi associazione culturale via Leonardo Da Vinci, 130 _ 73045 Leverano (Le)