“Centinaia di radio e di televisioni locali rischiano il fallimento. Il decreto Milleproroghe – afferma Giovanni Lagioia, presidente della Sezione Comunicazione di Confindustria Lecce - procede di fatto all’esclusione delle radio e televisioni locali dall’accesso ai contributi per l’editoria che, su scala nazionale, vede risparmiati solo giornali e tv di partito, l’unica vera casta protetta, con un evidente danno per la libertà e la pluralità dell’informazione”.
Tale provvedimento ha fortemente colpito tutti gli addetti ai lavori, tanto da scatenare una vera e propria levata di scudi. Ed a difendere l’esistenza stessa delle imprese radio televisive è intervenuta anche Confindustria Lecce, che annovera tra i suoi associati le più importanti televisioni regionali.
“L’approvazione del decreto Milleproroghe – continua il presidente Lagioia - rischia seriamente di mettere il bavaglio all’informazione radiotelevisiva locale e di farla scomparire nel giro di due anni. Il problema è davvero grande e stupisce che il Parlamento abbia potuto adottare una decisione così scellerata”.
“E’ corretto – conclude Lagioia – che si voglia procedere a un riordino del settore, per evitare che a godere dei contributi siano realtà non idonee, ma non si può penalizzare chi lavora onestamente a vantaggio della comunità. L’auspicio è che il provvedimento sia frutto di una “svista” e che possano immediatamente essere attivati dei correttivi”.
“Si è trovato un escamotage – afferma il presidente di Confindustria Lecce, Piero Montinari – per finanziare ulteriormente i partiti e i giornali di partito, a discapito dell’informazione libera e indipendente. Confindustria Lecce intende difendere il valore della televisione locale come impresa, che lavora e produce per il territorio”.
“Le nostre imprese, a causa di questo provvedimento – continua il presidente Montinari - pagheranno un grosso scotto in termini di programmi, di investimenti e di occupazione. Giorno dopo giorno le radio e le televisioni locali contribuiscono a destare le coscienze, a risvegliare l’attenzione su problematiche scottanti, ad informare sul consumo consapevole di prodotti locali, a dare voce a chi non ce l’ha, a rendere i cittadini protagonisti attivi del territorio. Tutto questo, con il decreto Milleproroghe, non ci sarà più. Perché mai, le televisioni e le radio locali dovrebbero continuare ad investire in innovazione o sul digitale terrestre, se poi vengono tagliate fuori dall’accesso a quelle giuste provvidenze che fino ad oggi hanno garantito l’occupazione di professionisti al servizio dell’informazione e dei cittadini?”.
“Se il provvedimento non dovesse essere rivisto – conclude Montinari - il timore è che, in una terra già martoriata dalla crisi e dalla cassa integrazione nei settori manifatturieri, si aggiunga il crollo dell’editoria. Ecco perché Confindustria Lecce fa appello ai parlamentari salentini perché si facciano portavoce del ripristino immediato dell’accesso dell’emittenza locale ai contributi per l’editoria e del recupero dei tagli operati sul fondo per l’emittenza locale che ammontano a 20 milioni di euro per l’anno in corso, a 90 milioni per il prossimo ed a 55 milioni per il 2012”.