Spendi meno, ottieni di più. E’ la definizione ottimale, costi/benefici, con la quale l’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo, promuove a pieni voti attraverso le sue tavole statistiche il profilo dell’Amministrazione finanziaria italiana in tema di servizi fiscali a portata di mouse. Su questo versante, infatti, si conferma, anche quest’anno, la leadership dell’Agenzia delle Entrate. Peraltro, un primato particolare, rafforzato, secondo gli ultimi dati diffusi di recente dall’Organizzazione di Parigi, dal singolare raffronto tra le spese che l’Amministrazione italiana indirizza annualmente sul capitolo dell’IT, pari al 3,9% delle risorse disponibili, sforzo questo cui corrisponde il risultato del 100% nell’informatizzazione dei servizi, e le somme, ben più significative, che da anni le altre Amministrazioni consorelle investono sul potenziamento dei servizi on-line e che, nonostante i cospicui esborsi, lasciano i rispettivi Paesi ancora ben lontani dal traguardo del 100% sul quale l’Italia svetta da anni, come certificato dalle graduatorie dell’Ocse.
Il Digital-Divide fiscale premia l’Italia - Per cogliere l’entità del differenziale tra spese effettuate e risultati ottenuti che divide il nostro Paese dal resto degli Stati membri è sufficiente riprodurre, per esempio, il caso statunitense. Negli Usa, infatti, a fronte d’una spesa annuale dell’Agenzia delle Entrate federale statunitense pari al 15% delle risorse disponibili, l’informatizzazione, trascorso oramai un decennio, pur mettendo a segno passi in avanti continui risulta ferma intorno all’asticella del 60%, sempre secondo gli ultimi dati Ocse disponibili. Un esempio simile, questa volta made-in Europe, invece, è quello che ci fornisce la Francia, dove, nonostante ogni anno il 9,4% del budget disponibile s’incammini verso il capitolo dell’IT, soltanto il 20per cento dei contribuenti individuali, il 14per cento dei professionisti e il 40per cento delle società risultano effettivamente nella possibilità di poter accedere e beneficiare dei servizi on-line.
Sul podio del fisco on-line. Il sorpasso cileno ai danni degli Usa - Il primato del fisco in formato byte l’Agenzia delle Entrate italiana lo condivide con l’Amministrazione finanziaria danese, anch’essa al 100% dei servizi telematici e oramai prossima all’obiettivo zero-carta. In Danimarca però, come ricordano le tavole dell’Ocse, il Fisco spende ogni anno il 17per cento delle risorse disponibili sull’informatizzazione, mentre in Italia lo stesso risultato lo si ottiene riservando il 3,9% del budget all’online. Una differenza sostanziale in tema di costi/risultati e, quindi, di redditività. Comunque, la seconda posizione spetta alla sorpresa Cile, che, a fronte d’un investimento pari al 5,1% delle risorse disponibili garantisce oggi, come certifica l’Ocse, il 97% dei servizi in formato telematico, affermandosi quindi come leader non soltanto Latinoamericano ma, più in generale, Americano, scavalcando di fatto anche gli Usa. Un sorpasso, questo, storico. Chiude, invece, il podio del fisco on-line l’Islanda, con il 93% dei servizi e dei documenti fiscali oramai informatizzati.