Beni e servizi di lusso sotto la lente del Fisco per scovare i clienti con capacità di spesa più elevata rispetto a quanto dichiarato, un potenziamento dei mezzi messi in campo per stroncare le compensazioni di crediti inesistenti e una costante attività di tutoraggio delle grandi imprese per prevenire i rischi legati ai singoli settori.
Questi tre dei punti chiave del “decalogo” della lotta all’evasione per il 2009, che focalizza l’attenzione anche sul contrasto alle frodi, le indagini finanziarie, l’analisi dei rischi, il controllo dei contribuenti con regimi fiscali agevolativi e l’utilizzo degli strumenti di definizione del contenzioso. La circolare n. 13/E, pubblicata oggi, illustra gli indirizzi operativi per l’attività di prevenzione e lotta all’evasione 2009 che mirano a realizzare controlli focalizzati sulle diverse macro-tipologie di contribuenti (grandi e medie imprese, piccole imprese e lavoratori autonomi, enti non commerciali, persone fisiche) e interventi ad hoc per ciascuna grande tipologia. Fondamentale nella lotta all’evasione è la qualità delle analisi del rischio da cui dipenderà la capacità di intercettare situazioni di effettiva e consistente evasione. L’obiettivo, infatti, è non solo il recupero di quanto sottratto indebitamente al fisco, ma anche l’incremento del gettito “da compliance” (ovvero da adempimento spontaneo).
Accertamento sintetico e residenze fittizie - Al via specifiche “campagne” per rilevare cessioni di beni e prestazioni
Sarà poi inasprito, con l’apporto dei comuni, il contrasto al fenomeno delle residenze fittizie in Paesi a fiscalità privilegiata.
Semaforo rosso alle compensazioni fraudolente - Stretta sulle compensazioni con crediti inesistenti, sia tramite interventi specifici (ad esempio per le società che non presentano dichiarazione o per le quali la legale rappresentanza e/o l’assetto societario sono riconducibili a persone fisiche coinvolte in precedenti frodi o comunque nullatenenti o con redditi irrisori), sia in sede di ordinario controllo sostanziale.
Sotto la lente i regimi fiscali agevolativi – Controlli più mirati ed efficaci, grazie alle analisi di rischio, per scovare vere e proprie imprese commerciali dissimulate sotto forma di associazioni culturali, sportive, di formazione e simili (spesso annoverate nella nozione di “circoli privati”).
Agenzia “tutor” per le grandissime imprese - Direzioni regionali all’opera per differenziare l’attività di controllo, analizzando, a livello personalizzato, i rischi legati al settore di ciascuna impresa di grandissime dimensione (con volume d’affari o ricavi non inferiori a 300 milioni di euro nel 2009; importo che sarà diminuito fino a 100 milioni entro il 2011). Non solo: le strutture regionali dovranno anche curare il controllo sistematico, e per certi aspetti preventivo, in modo da assicurare un elevato grado di correttezza dei comportamenti di questo importante “target” di contribuenti.
Lanciata la sfida alle frodi - Rafforzamento dell’azione di contrasto ai fenomeni di tipo fraudolento in pole position, in linea con quanto stabilito dalla manovra d’estate (dl 112/2008): a questo scopo, è stato istituito l’ufficio centrale Antifrode, all’interno della direzione Accertamento, e uffici dedicati in nove direzioni regionali (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Campania e Sicilia).
Presidio costante su tutti i grandi contribuenti - Imprese e professionisti con volume d’affari Iva, ricavi o compensi non inferiore a 100 milioni di euro - spiega il documento di prassi - saranno al centro dell’attenzione delle direzioni regionali competenti in materia di controlli, accertamento, contenzioso, riscossione, rimborsi e verifiche sui crediti usati in compensazione.
Analisi dei rischi sempre più sofisticate per le imprese di medie dimensioni - Per le realtà “medie” - ovvero con volume d’affari Iva, ricavi o compensi da 5.164.569 euro e inferiori a 100 milioni di euro - sono messe a punto, in considerazione delle specifiche peculiarità economiche e fiscali che le caratterizzano, metodologie di analisi dei rischi di evasione ed elusione sempre più sofisticate e incisive.
Studi di settore e indagini finanziarie per imprese minori e autonomi - Realtà di minori dimensioni - con volume d’affari Iva, ricavi o compensi fino a 5.164.568 euro - e lavoratori autonomi “al microscopio” con analisi mirate e particolarmente selettive, in modo da evidenziare i principali rischi di evasione e di elusione. Si tratta di indagini che riguardano una categoria di contribuenti particolarmente numerosa, per le quali gli uffici dell’Agenzia potranno contare sulle risultanze degli studi di settore, oltre che sul ricorso mirato allo strumento delle indagini finanziarie, in molti casi particolarmente utile per provare le violazioni.
“Incoraggiare” le definizioni per evitare il contenzioso
L’Agenzia punta poi a un sempre maggiore utilizzo degli strumenti di definizione, come ad esempio l’accertamento con adesione, la cui portata è stata ulteriormente ampliata con il decreto legge anticrisi (Dl 185/2008), per stabilire e riscuotere le somme dovute in tempi più rapidi. A questo scopo, spiega la circolare, gli elementi di prova in mano al Fisco devono essere connotati da “certa e concreta rilevanza”, così da rendere non proficua la via del contenzioso.
Accertamenti subito “concretizzati” - Massimo dell’impegno, infine - a tutti i livelli organizzativi competenti - per concretizzare velocemente l’azione di accertamento, utilizzando i risultati delle attività istruttorie, come ad esempio i processi verbali di constatazione non definiti.