Chi fa reale attività d’impresa è penalizzato, ma le società che hanno per natura giuridica una delle diverse possibili configurazioni riconducibili alle SRL vivono in una sorta di limbo e si ritrovano in un meccanismo che inevitabilmente inficia la salubrità del sistema economico nazionale.
Da sempre le Società a responsabilità limitata nascono e muoiono in tutti i settori, così alterando l'economia reale del Paese.
L'eloquente inchiesta della Repubblica ne svela i meccanismi: svolta nel 2012, esamina questo fenomeno della vita breve di attività che rifioriscono poi con nuo i nomi nel settore edile, ma oggi andrebbe attenzionato in tutti i settori per porre fine a quella che rappresenta una sorta di "terra brava" in cui trovano agio evasioni fiscali e contributive.
Per la ripresa dell'economia reale occorre che scendano i costi d’impresa, oggi vessatori ed insostenibili per le Pmi.
Ci sono degli ambiti in cui le leggi potrebbero nel concreto aiutare le aziende come nell'assolvimento degli adempimenti obbligatori con sostegni di natura economica.
Un esempio potrebbe essere l'utilizzo dell'accantonamento che le aziende devono versare all'INPS per ciascun lavoratore dello 0,30 per cento, fondo interprofessionale da destinare ad attività formative che, di fatto, è rimasto perlopiù inutilizzato e non è possibile volgerlo alla formazione per la sicurezza sul lavoro in quanto questo onere deve rimanere a carico dell’azienda.
Anche le voci dello sconto dell'oscillazione del tasso Inail non coprono le voci obbligatorie del d. Lgs.81/2008, quel che resta sono i pochi controlli sui luoghi di lavoro, che se da un lato risparmiano le piccole realtà lavorative dall'incorre in sanzioni d'altro canto manca la consapevolezza e lo stimolo a vivere un percorso di sicurezza e di possibile reale crescita.
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