Referendum 4 dicembre 2016, riflessioni
Per scegliere Sì o sul No ho cercato di osservare non tanto i partiti in quanto coalizioni politiche, ma le osservazioni che sono state mosse dagli uni e dagli altri, tramite i loro esponenti, per cercare di meglio comprendere cosa effettivamente è in ballo con il referendum del 4 dicembre. Il modificato rapporto Stato-Regioni va certo rivisto, com'è anche certamente giusto stabilire delle soglie ai pagamenti degli stipendi dei consiglieri regionali. Altrettanto dicasi per l'attuazione delle misure atte a concretizzare l'abolizione delle Province, se mai avverrà.
Purtroppo resta un po' di scetticismo per via dei tanti apparati statali che sono rimasti per decenni dopo la loro stessa cancellazione. La ridefinizione dei ruoli mi sembra che tralasci, quasi con semplice dimenticanza, il ruolo con cui il popolo continuerà ad esercitare la sua cittadinanza attiva prevista dalle democrazie: non è chiaro ed evidente come saranno le elezioni dei rappresentati al Parlamento dopo il Sì. Qui certo la questione è un'altra: che vinca il Sì o il No, la preoccupazione è sincera, per quelle che, al di là delle diverse propagande, sembrano restare in ogni caso oscure, le sorti del nostro Paese. Sembra che il destino degli italiani sia sempre più incerto ed abbandonato a grandi logiche disgregative.
Oggi siamo più confusi che mai, dopo che stiamo vivendo le conseguenze delle politiche liberali del commercio senza limiti, delle guerre per i colonialismi occidentali e per le strumentalizzazioni ideologiche dei diversi fondamentalismi religiosi, presenti nei paesi da cui provengono i migranti che sfuggono alla morte e alle persecuzioni, mantenendoli e spogliandoci della nostra stessa identità e territorialità. La triste sensazione è quella di essere, in ogni caso, strumento di poteri più grandi, di cui spesso si ha poca voglia di comprenderne le reali finalità, in quanto nascoste dietro troppe apparenze. Sembra infatti quasi paradossalmente perso il desiderio di riflettere riguardo le effettive conseguenze sulle nostre stesse vite. Con il Referendum alle porte non bisogna cedere ai diffusi sentimenti di stanchezza e sfiducia, né alle varie derive separatiste che ci faranno tutti sconfitti nel più vasto scenario globale. Con l'esercizio del nostro diritto-dovere al voto anche nel Referendum, soprattutto in questo Referendum, dobbiamo una volta per tutte iniziare un percorso in cui si è tutti insieme, pur con le diverse idee, più attenti, più vigili e dunque sentirci nuovamente tutti rivestiti di una responsabilità genitoriale riguardo le politiche del nostro Paese.