Confindustria Lecce, con riferimento ai recenti fatti di cronaca sulle denunciate ipotesi di sfruttamento di immigrati in un cantiere di fotovoltaico nel Salento, esprime con forza la propria condanna verso ogni forma di utilizzo irregolare della manodopera nazionale ed extracomunitaria.
Non può esserci sviluppo in un qualsiasi territorio, infatti, senza un adeguato rispetto delle norme e degli uomini.
Confindustria Lecce, da sempre impegnata nella promozione dell’impresa sana, del lavoro regolare e della sicurezza, attraverso il proprio codice etico, nonché campagne di formazione, di informazione e di sensibilizzazione rivolte agli associati ed ai loro dipendenti e collaboratori, sottolinea, però, che nella circostanza occorre rifuggire da ogni forma di “criminalizzazione” del settore delle energie rinnovabili.
E’ necessario sfuggire dalla tentazione di puntare l’indice contro la green economy in pendenza di un caso così grave. Occorre riflettere, invece, sulle grandi opportunità che apre questo comparto, che sta attraversando un momento delicato, dopo uno molto positivo, di crescita, sia in termini di addetti che di imprese che vi investono. Soprattutto per il nostro Salento, in un quadro di trasparenza e di regole chiare che tutelino l’ambiente, i lavoratori e le imprese, le energie rinnovabili rappresentano una scelta irrinunciabile e strategica, che non deve essere vanificata per le mancanze di pochi.
Non c’è alcun collegamento, ribadisce e conclude Confindustria Lecce, tra il settore del fotovoltaico e quello dello sfruttamento dei lavoratori, piaga che, purtroppo, coinvolge anche altri comparti – non solo industriali - e che, tutti insieme, dobbiamo impegnarci a debellare. Confindustria Lecce sta facendo la propria parte e continuerà a farla insieme ai sindacati e alle strutture ed agli organismi ad essa collegati.