(ADNKRONOS) Ancora morti sul lavoro. Una violentissima esplosione nella fabbrica di fuochi d'artificio Cancelli del piccolo centro in provincia di Frosinone nel pomeriggio di ieri ha ucciso sei persone. Il fortissimo boato è stato sentito anche nei comuni limitrofi in un raggio di almeno dieci chilometri. Ancora sconosciute le cause dell'incidente, in cui sono morti il titolare dell'azienda, Claudio Cancelli di 65 anni, i due figli Gianni e Giuseppe, di 42 e 45 anni, due operai e un acquirente. Una tragedia che è stata percepita dai soccorritori fin dai primi istanti. Il luogo era irriconoscibile. La fabbrica è stata praticamente rasa al suolo. E all'inizio si è temuto che le vittime fossero di più: all'appello in particolare mancava un bimbo che alcuni testimoni avevano visto correre verso la fabbrica pochi istanti prima dell'esplosione. Il piccolo per la paura si era nascosto ed è stato trovato solo in un secondo momento in lacrime dai soccorritori.
Cordoglio ai familiari delle vittime è stato espresso dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, colpito dalla dimensione della tragedia, e dal presidente del Senato Renato Schifani.
Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, annuncia che ''i servizi ispettivi del ministero del Lavoro sono stati già attivati affinché collaborino con i Vigili del Fuoco, con il Servizio sanitario regionale e con gli inquirenti al fine di una tempestiva individuazione delle cause e delle eventuali responsabilità".
"Si tratta di una vera e propria nuova strage sul lavoro, - ha affermato Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro e della segreteria del Partito democratico- una delle più gravi avvenute negli ultimi anni in Italia. Ancora una volta l'incidente riguarda una fabbrica che tratta materiali ad alta pericolosita' come i fuochi d'artificio". "La tragedia di oggi -ha aggiunto- dimostra che è indispensabile continuare a battersi per la riduzione dei rischi sul lavoro. Per far questo bisogna rendere certe, stringenti e applicate le norme del decreto 81, voluto dal governo Prodi e purtroppo depotenziato dall'attuale governo che si è specializzato nell'indebolire tutte le regole che riguardano il lavoro