"Di fronte alle forti difficoltà che la crisi economica e finanziaria sta producendo su scala internazionale, il Mezzogiorno si presenta ancora con il suo pesante fardello di problemi irrisolti. E se fino a qualche tempo fa uno scarso inserimento di questa parte del Paese nell’economia globale la teneva parzialmente al riparo dagli eventi negativi esterni, oggi la “protezione” derivante dall’isolamento è meno attiva e l’intreccio fra perduranti problemi strutturali e la crisi globale rende l’economia meridionale più fragile ed esposta" è l'analisi di Check up Mezzogiorno, una “guida” dei principali indicatori socio.economici del territorio, curata dal Comitato Mezzogiorno di Confindustria e dall’IPI (Istituto per la Promozione Industriale).
I principali indicatori socio-economici su scala territoriale vanno dalle principali grandezze macroeconomiche al mercato del lavoro, dalla struttura produttiva all’internazionalizzazione, dalle infrastrutture e ambiente alla formazione e innovazione, dalla qualità della vita agli incentivi erogati attraverso i principali strumenti agevolativi.
Il divario, misurato in termini di PIL pro-capite rispetto al Centro-Nord, supera oggi il 42% e nel confronto con gli altri paesi europei il reddito per abitante del Sud è inferiore non solo a quello di Spagna, Grecia e Portogallo, ma anche dei Paesi di nuova adesione come Repubblica Ceca, Slovenia, Malta e Cipro.
Il flusso migratorio del Mezzogiorno annuo è il 2 per mille della popolazione e gli investimenti esteri diminuiscono, facendo registrare una riduzione di circa 7 mila occupati nelle imprese a partecipazione estera. Infine, il divario infrastrutturale resta fermo da un decennio a 25 punti al disotto della media nazionale.
Le medie imprese nel periodo 1996-2005, nonostante tutto, hanno registrato indici di sviluppo favorevoli per quanto riguarda fatturato, export e occupazione rispetto a quelle del Centro Nord e le imprese medio-grandi (con oltre 250 addetti), hanno una redditività non dissimile da quella delle imprese centro-settentrionali delle stesse dimensioni a dimostrazione che anche pur nella crisi lo spirito meridionale è vivo e si adopera per mantenersi attivo. (FRANCESCA MAGGIULLI)