Il ministero dell'Ambiente pubblica sul suo sito internet il 20 marzo 2012 il riconoscimento di 10 milioni di euro alla Liguria per l'alluvione del novembre 2011, ed è uno schiaffo in faccia ai poveri salentini i cui alluvionati non si sono visti riconoscere lo stato di calamità pur essendo stati travolti da altrettante acque nei centri abitati di Nardò, Copertino, Leverano, Carmiano, Novoli in data 2 novembre 2010.
In quella giornata che per il Salento fu sventurata e che a tutt'oggi resta ignota al resto dell'Italia, le forze dell'ordine, le squadre di emergenza, le le ditte specializzate ed i vari cittadini coinvolti riuscirono a ripristinare lo stato di normalità nelle zone centrali e negli abitati solo dopo 48 ore. Si può dire che nella sfortuna la fortuna sia stato il fatto che l'inondazione sia avvenuta nel tardo pomeriggio, in un orario in cui non vi era il pericolo di sovraffolamento delle strade.
Il primo schiaffo in faccia che i salentini hanno subito è stato il riconoscimento dello stato di calamità dato dal Governo, pochi giorni dopo la propria inondazione, a quella dei veneti vicentini travolti a loro volta da altrettante acque: in quell'occasione la giustificazione fu che le zone del sud non rientravano in tale ipotesi per l'eccezionalità dell'accaduto. Scusante sbuggerata poi dai fatti del 2011: così non è stato per le acque di Roma capitale che per dell'acqua improvvisa e mai vista ha avuto i suoi risarcimenti e così non è stato per tutta la solidarietà manifesta che i liguri non hanno mai finito di ringraziare a seguito degli interventi ricevuti.
Lo stanziamento trasferito dal ministero dell’Ambiente al presidente della Regione Liguria e commissario delegato per il superamento dell’emergenza, Claudio Burlando era previsto nell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dell’11 novembre scorso 2011, adottata dopo le alluvioni che hanno colpito varie regioni italiane ed è destinato in particolare agli interventi necessari dopo gli “eventi calamitosi che dal 4 all'8 novembre 2011 hanno colpito il territorio della città di Genova”.
Francesca Maggiulli