Male alla schiena e alla gola, raffreddore, dolori addominali, torcicollo. Ma anche bronchiti, polmoniti e infezioni batteriche. Se, con l'arrivo delle prime "ondate" di caldo, il ricorso ai climatizzatori per molti è una preziosa ancora di salvezza, bisogna fare attenzione all'articolato ventaglio di rischi per la salute in caso di un uso sbagliato di tali apparecchiature nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro.
Secondo la definizione dello standard Uni 10339 i climatizzatori sono quegli apparecchi "in grado di realizzare e mantenere simultaneamente negli ambienti condizioni termiche, igrometriche (tasso di umidità) e velocità dell'aria comprese entro i limiti richiesti per il comfort della persona". I condizionatori più utilizzati sono costituiti da un'unità interna che provvede alla climatizzazione del locale e da una unità esterna necessaria allo scambio termico fra il fluido utilizzato per la climatizzazione e l'aria esterna. Gli apparecchi di nuova costruzione hanno spesso caratteristiche innovative che non rientrano in questa definizione, come per esempio la "ionizzazione" per eliminare le particelle inquinanti o la "foto catalizzazione" per eliminare germi e batteri. Alcuni modelli, inoltre, possono anche immettere in ambiente aria esterna, mentre altri possono anche essere privi di unità esterna.
"Tranne quando l'installazione avviene in fase di progettazione, il posizionamento dell'apparecchio di climatizzazione non avviene sempre nel rispetto del criterio del maggior confort ma, nella maggior parte dei casi, si sceglie un'ubicazione che comporta minori opere murare, la possibilità di mantenere l'arredamento esistente e meno costi - afferma Michele del Gaudio, ricercatore presso il dipartimento di Avellino del settore "Ricerca, certificazione e verifica" dell'INAIL - "In assenza di vincoli, invece, il principio da seguire dovrebbe essere quello della scelta di una posizione che permetta un buon rimescolamento dell'aria, senza che gli occupanti siano colpiti da flussi d'aria troppo veloci. E dove, dunque, anche l'altezza della disposizione gioca un ruolo significativo".
Esistono, così, alcune semplici regole che possono ridurre al minimo il fastidio e le possibilità di rischio per i lavoratori.
La disposizione delle postazioni di lavoro e dei climatizzatori deve essere scelta evitando la posizione diretta di una scrivania lungo il flusso d'aria. Se lo spazio a disposizione lo consente, è più facile spostare la postazione. In caso contrario, tuttavia, spostare l'apparecchio non è poi così complesso. Anche se più onerose, le apparecchiature a soffitto ove occorre creare controsoffittature, garantiscono una distribuzione più uniforme dell'aria . Occorre inoltre fare attenzione alla posizione dei condizionatori rispetto agli arredi per evitare riflessi dannosi.
L'utilizzo di qualsiasi apparecchio deve sempre prevedere un'idonea formazione e informazione del personale che non si esaurisca con la consegna del telecomando e del manuale di istruzioni. Inoltre è bene ricordare che l'utilizzo di questi apparecchi non esclude il ricambio dell'aria che deve avvenire o con apparecchiature specifiche o con l'apertura periodica delle finestre.
Per la manutenzione dei climatizzatori è buona norma effettuare innanzitutto una pulizia dei filtri prima di ogni accensione stagionale (con prodotti specifici che hanno un effetto detergente e anti batterico che andrebbero svolte dai manutentori indossando guanti e mascherine di protezione, fuori dall'orario di lavoro e facendo funzionare poi l'impianto a finestre aperte). Oltre ai filtri, l'igienizzazione dovrà interessare, inoltre, tutte le parti a diretto contatto con l'acqua di condensa. Deve poi essere verificato lo scarico delle acque di condensa che possono facilmente intasarsi provocando accumuli di umidità nelle pareti o in zone poco accessibili dove possono proliferare muffe, funghi ecc.
L'ideale è avere il quadro completo della situazione e pianificare nel rispetto della prevenzione di effettuare l'acquisto del climatizzatore e ricordare che, come conclude del Gaudio - un cattivo utilizzo delle apparecchiature porta sicuramente a degli sprechi energetici e, soprattutto, il malessere dei lavoratori non aiuta certo a produrre meglio e di più. Quindi è sempre bene considerare con la giusta consapevolezza il proprio luogo di lavoro e ricercare i possibili miglioramenti da introdurre".