Domenica, 24 Novembre 2024

Terremoto in Emilia, nuove scosse ed altri morti fanno riflettere tutti gli italiani



Terremoto in Emilia, nuove scosse ed altri morti fanno riflettere tutti gli italiani

L'Emilia Romagna continua a tremare ed a mietere vittime, nonostante le misure di sicurezza messe in atto dalla prima forte scossa di terromoto dello scorso 20 maggio.

L'Italia è un paese ad elevata sismicità diffusa su tutto il territorio da Nord a Sud, ad esclusione di poche aree come la Sardegna e la penisola salentina. In 2.500 anni l’Italia è stata interessata da oltre 30.000 terremoti di media e forte intensità superiore al IV-V grado della scala Mercalli, e da circa 560 eventi di intensità uguale o superiore all’VIII grado Mercalli. Solo nel XX secolo, 7 terremoti hanno avuto una magnitudo uguale o superiore a 6.5 (X e XI grado Mercalli). Terremoti disastrosi come quello della Val di Noto del 1693 (XI grado della scala Mercalli), o il lungo periodo sismico del 1783 in Calabria (che raggiunse l’XI grado della scala Mercalli), hanno lasciato ferite profonde sul territorio e segni riconoscibili degli interventi di recupero e ricostruzione. Negli ultimi quaranta anni, i danni economici causati dagli eventi sismici sono stati valutati in circa 80 miliardi di euro, a cui si aggiungono i danni al patrimonio storico, artistico e monumentale. In Italia, il rapporto tra i danni prodotti dai terremoti e l’energia rilasciata nel corso degli eventi è molto più alto rispetto a quello che si verifica normalmente in altri Paesi ad elevata sismicità, come la California o il Giappone.

Ad esempio, il terremoto del 1997 in Umbria e nelle Marche ha prodotto un quadro di danneggiamento (senza tetto: 32.000, danno economico: circa 10 miliardi di Euro) confrontabile con quello della California del 1989 (14.5 miliardi di $), malgrado fosse caratterizzato da un’energia circa 30 volte inferiore. Ciò è dovuto principalmente all’elevata densità abitativa e alla notevole fragilità del nostro patrimonio edilizio.

PREVISIONIONI DI TIPO STATICO - Oggi la scienza non è ancora in grado di prevedere il tempo ed il luogo esatti in cui avverrà il prossimo terremoto. L'unica previsione possibile è di tipo statistico, basata sulla conoscenza della sismicità che ha storicamente interessato il nostro territorio e quindi sulla ricorrenza dei terremoti. Sappiamo quali sono le aree del nostro Paese interessate da una elevata sismicità, per frequenza ed intensità dei terremoti, e quindi dove è più probabile che si verifichi un evento sismico di forte intensità, ma non è possibile stabilire con esattezza il momento in cui si verificherà.

Per ridurre gli effetti del terremoto, l’azione dello Stato si è concentrata sulla classificazione del territorio, in base all’intensità e frequenza dei terremoti del passato, e sull’applicazione di speciali norme per le costruzioni nelle zone classificate sismiche.

LA CLASSIFICAZIONE - Nel 2003 sono stati emanati i criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale, basati sugli studi e le elaborazioni più recenti relative alla pericolosità sismica del territorio, ossia sull’analisi della probabilità che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) da un evento che superi una determinata soglia di intensità o magnitudo. A tal fine è stata pubblicata l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, sulla Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003. Il provvedimento detta i principi generali sulla base dei quali le Regioni, a cui lo Stato ha delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio (D. Lgs. 112/1998 e DPR 380/2001 - "T.U. Norme per l’Edilizia”), hanno compilato l’elenco dei comuni con la relativa attribuzione ad una delle quattro zone, a pericolosità decrescente, nelle quali è stato riclassificato il territorio nazionale.

Zona 1 - E' la zona più pericolosa, dove possono verificarsi forti terremoti.

Zona 2 - Nei comuni inseriti in questa zona possono verificarsi terremoti abbastanza forti.

Zona 3 - I Comuni interessati in questa zona possono essere soggetti a scuotimenti modesti.

Zona 4 - E' la meno pericolosa. Nei comuni inseriti in questa zona le possibilità  di danni sismici sono basse.

Di fatto, si vede che sparisce il territorio “non classificato”, zona 4, nel quale è facoltà delle Regioni prescrivere l’obbligo della progettazione antisismica.

La sismicità indica la frequenza e la forza con cui si manifestano i terremoti, ed è una caratteristica fisica del territorio. Se conosciamo la frequenza e l’energia associate ai terremoti che caratterizzano un territorio, e attribuiamo un valore di probabilità al verificarsi di un evento sismico di una data magnitudo in un certo intervallo di tempo, possiamo definirne la pericolosità sismica. La pericolosità sismica sarà tanto più elevata quanto più probabile sarà il verificarsi di un terremoto di elevata magnitudo, a parità di intervallo di tempo considerato. Le conseguenze di un terremoto dipendono anche dalle caratteristiche di resistenza delle costruzioni alle azioni di una scossa sismica. La predisposizione di una costruzione ad essere danneggiata si definisce vulnerabilità. Quanto più un edificio è vulnerabile (per tipologia, progettazione inadeguata, scadente qualità dei materiali e modalità di costruzione, scarsa manutenzione), tanto maggiori saranno le conseguenze. 

COSA FARE - Conoscere e seguire alcune semplici regole di comportamento può aumentare la nostra sicurezza nei confronti del terremoto. Il primo passo è guardarsi intorno e identificare nella nostra abitazione tutto ciò che in caso di terremoto può trasformarsi in un pericolo. La maggioranza delle persone pensa che le vittime di un terremoto siano provocate dal crollo degli edifici. In realtà, molte delle vittime sono ferite da oggetti che si rompono o cadono su di loro, come televisori, quadri, specchi, controsoffitti. Alcuni accorgimenti poco costosi e semplici possono rendere più sicura la nostra casa.

In breve, ecco alcune indicazioni di cosa fare nei pochi istanti in cui il terremoto è in atto:

  • Cerca riparo nel vano di una porta, in un muro maestro o sotto una trave di cemento armato.
  • Se rimani al centro della stanza potresti essere ferito dal crollo del solaio o dalla caduta dei vetri o altri oggetti.
  • Non precipitarti fuori per le scale e non usare ascensori.
  • In strada potresti essere colpito da vasi, tegole e da altri materiali che cadono dagli edifici.
  • Se ti trovi già in strada, cerca un grande spazio aperto.
  • Chiudi gli interruttori generali del gas e della corrente elettrica che possono causare incendi subito dopo la scossa.
  • Indossa abiti e scarpe pesanti.
  • Non usare l'ascensore.
  • Limita l'uso del telefono.
  • Ferma il veicolo sul margine della strada, lontano da ponti, cavalcavia e linee elettriche.
  • Non bloccare le vie di comunicazione che servono per mezzi di soccorso.
  • Non bloccare le strade che servono per i mezzi di soccorso, usa l'automobile solo in caso di assoluta necessità.
  • Non sovraccaricare le linee telefoniche.
  • Esci solo alla fine della scossa e raggiungi uno spazio aperto, lontano dagli edifici che potrebbero crollare.

RETE Wi-Fi - A causa del sovraccarico delle linee telefoniche, è opportuno, se si abita nella zona colpita, liberare la propria rete Wi-Fi dalla password, in modo che sia accessibile dai dispositivi portatili.
Queste le indicazioni per come fare:

  • collegatevi con un cavo al router e digitate sul browser questo indirizzo http://192.168.0.1 oppure http://192.168.1.1, in alternativa potete trovare l’indirizzo corretto sul manuale delle istruzioni del router.
  • inserite il vostro username e password ed entrate nel router, cliccate sul menu opzioni e selezionate la modalità “libera” o “non protetta”, eliminando ogni impostazione di protezione

 

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