Francesca Maggiulli - Poniamo il caso: sono un’Azienda X e vengo a sapere che devo comunicare all’Inail, entro il prossimo16 maggio, il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza interno. Non è obbligatorio. Non vi sono sanzioni. Ho due dipendenti. Così, pago solo due ore/lavoratore annue ad un fondo istituito dall’Inail. Ok, vada per le due ore pagate in più in un anno ai miei due lavoratori. Ma alt, cosa implica tutto questo, quale sarà il seguito di questa mia strada intrapresa?
Il ruolo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza sarà svolto da un esterno, li chiamano RLS territoriale o di comparto per gli edili, PERTANTO nell’ambito della mia attività lavorativa verrà un esterno a controllarmi, non me lo dice nessuno, ma se ci rifletto UN ATTIMO, con tutti i controlli incrociati da parte degli organi di vigilanza che sento dire, una volta che l’Inail avrà PRESO tutte le sue belle comunicazioni, va da sé che l’RLST girerà tramite l’Inail o lo Spesal presso tutte le altre aziende per verificare le condizioni su tutte le aziende ‘scoperte’ di RLS interno.
Che sono pazzo? Mi faccio entrare in ‘casa’ un estraneo? Mi conviene comunicare all’Inail il nominativo del RLS interno per il 2008. Ma io, in realtà, non ho un RLS aziendale e va bè, che vuoi che sia, lo nomino. No, attenzione! Deve essere designato dai lavoratori stessi! Ok, va bene lo stesso, facciamo che nel 2008 lo hanno già designato i LAVORATORI STESSI! Sì dai, mi rivolgo ad un consulente, chiedo che ‘mi faccia le carte’. Ma, ne sto capendo qualcosa di tutta questa storia rocambolesca?
Attenzione, la legge impone una formazione particolareggiata di 32 ore minime per la formazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.
Cosa vuole dire, ancora? Posso scrivere su un pezzo di carta dell’avvenuta formazione fatta, magari, da me stesso? No, dovrei articolare le 32 ore e, soprattutto, mi servirebbe il consenso di un organismo paritetico che non me lo rilascerà mai, a me Azienda X, illustrissima sconosciuta, tra la miriade di aziende microscopiche esistenti in Italia, e allora devo trovarmi un corso organizzato da chi può, ma i corsi sono cari, chiedono circa 300 euro, altrimenti, ho sentito dire che, se mi iscrivo ad un associazione datoriale, arriverei a pagarlo 190 euro, ma devo pagare la quota di iscrizione, e devo far spostare il mio lavoratore chissà dove e presso quale sede ed in quale data. Ma, allora, di nuovo, perché non posso farlo io stesso? Di fatto potrei chiedere al mio consulente di lavorare seriamente per me, di ospitare il mio lavoratore presso la sua sede o dove vuole, a vattelappesca, perché lui sa, oltretutto lui, conoscendo la legge, può ‘vedere’ quali sono i pericoli in ‘casa’ mia e spiegarli al mio lavoratore, sempre il mio consulente figurati se non conosce gli organismi paritetici, e allora su dai, se si da un po’ da fare, mi può rappresentare e spiegare e farsi spiegare e mettermi magari qualcuno di 'loro' come docente, così che ‘mi’ spiega meglio al mio lavoratore, gli onori e gli oneri del suo ruolo, ma, soprattutto, alla fine sto un po’ più tranquillo e mi sento un po’ meno solo nei meandri di questo grande rompicapo che è partito come una freccia scagliata contro le piccole aziende come la mia, di nome D.Lgs. 81/2008.