La scelta di installare in luoghi chiusi i dispositivi di monitoraggio non è quindi casuale: il radon proviene dal sottosuolo e penetra all’interno degli edifici attraverso le fondamenta, le fessure dei muri e gli scarichi degli impianti, raggiungendo quantità di concentrazioni pericolose per il ridotto ricambio di aria. All’esterno, invece, il gas radon si disperde rapidamente per cui le sue quantità nell’aria sono molto ridotte.
Aperto all’adesione di tutte le istituzioni pubbliche, il progetto consiste in un’indagine a campione che prevede la visita di esperti e tecnici nei comuni aderenti, per vedere lo stato attuale di radioattività già nel passato monitorato all’interno di 310 abitazioni dei comuni aderenti con il posizionamento per due semestri consecutivi di rilevatori radon detti “monitori integratori passivi a tracce nucleari” nei comuni pugliesi di Bari, Rutigliano (BA), Foggia, Troia (FG), Sant’Agata di Puglia (FG), Taranto, Lecce, Castrì di Lecce (LE) e Latiano (BR) .
Il radon è un elemento chimico radioattivo gassoso, appartenente alla famiglia dei cosiddetti gas nobili.
La maggiore concentrazione di radon si trova negli edifici costruiti in tufo e pietra leccese, cemento-laterizi e tufo, mentre nelle costruzioni più recenti e moderne, realizzate su laterizi con fondazioni in cemento, la quantità di radon è minore.