(Sa.Sa.) Continue proroghe per la chiusura di Equitalia, l’ente che, per conto dei Comuni italiani, provvede alla riscossione di tributi, contributi e sanzioni e delle somme dovute agli enti creditori, aggio escluso (somma che l’Agente di riscossione percepisce per la sua attività, e delle spese di riscossione fissate dalla legge, ndr.).
La società Equitalia s.p.a. avrebbe dovuto cessare le attività di accertamento, liquidazione eriscossione, spontanea e coattiva, delle entrate, tributarie o patrimoniali, dei comuni e delle società da essi partecipate a partire dal 31 dicembre 2012. Tuttavia l’art. 9, comma 4, del D.L. 174/2012 stabilisce che“in attesa del riordino della disciplina delle attività di gestione e riscossione delle entrate degli enti territoriali, e per favorirne la realizzazione” la scadenza per la cassazione dell’attività di Equitalia è fissata al 30 giugno 2013.
Ancora una volta, però, il termine non sarà rispettato per via della proroga di ulteriori 6 mesi intervenuta il 30 maggio u.s. con il tavolo tecnico previsto tra sindaci e Governo. La proposta iniziale consisteva nel tenere in vita l’operato di Equitalia solo per la Tares, anche se già dal 20 maggio u.s. l’agente nazionale ha chiesto agli enti di non inviare nuovi ruoli per le scarsissime possibilità di riscossione prima della cessazione. A complicare la situazione ha contribuito il decreto pagamenti che ha sbloccato il calendario delle rate per evitare ad aziende di igiene urbana e Comuni una crisi di liquidità. La soluzione finale, dunque, prevede una proroga generalizzata dell’affiancamento di Equitalia a circa seimila Comuni italiani per tutte le entrate.
La difficoltà degli enti locali consiste nel fronteggiare la gestione diretta delle entrate in assenza di una disciplina precisa e nell’indire una gara con una società diversa da Equitalia, operazione dispendiosa in termini di tempo e denaro. L’auspicio è che la situazione si risolva in fretta nei prossimi mesi, con una riscrittura chiara del quadro delle regole, per non dover assistere a fine anno ad un nuovo accanimento sul sistema ormai moribondo della riscossione locale.