Sabato, 23 Novembre 2024

Assonime, nominato il nuovo presidente



Assonime, nominato il nuovo presidente
L’Assemblea di Assonime, che si è svolta oggi a Palazzo Altieri, ha nominato Luigi Abete Presidente dell’Associazione per il biennio 2009–2011. Abete sostituisce Vittorio Mincato, che è giunto al termine del suo secondo mandato, non più rinnovabile, e che resta nel Consiglio Direttivo come membro di diritto. L’Assemblea, dopo aver approvato il preventivo delle spese del biennio 2009-2010, ha modificato lo Statuto e ha rinnovato il Consiglio Direttivo, la Giunta e il Collegio dei Revisori dei Conti (Lo Statuto e gli elenchi degli organi sociali sono reperibili all’indirizzo www.assonime.it). Il Consiglio Direttivo è così composto: Membri di diritto - Pietro Marzotto, Vittorio Merloni, Vittorio Mincato, Umberto Zanni. Componenti eletti - Luigi Abete, Anna Maria Artoni, Paolo Astaldi, Franco Bassanini, Gilberto Benetton, Alessandro Buzzi, Elio Catania, Innocenzo Cipolletta, Roberto Colaninno, Fedele Confalonieri, Luca Cordero di Montezemolo, Carlo De Benedetti, Marco Drago, Gabriele Galateri di Genola, Luca Garavoglia, Piero Gnudi, Pier Francesco Guarguaglini, Andrea Monorchio, Stefano Parisi, Giovanni Perissinotto, Giampiero Pesenti, Roberto Poli, Alessandro Profumo, Cesare Romiti, Enrico Salza, Maurizio Sella, Pierluigi Stefanini, Fabbri Pio Teodorani, Marco Tronchetti Provera, Giuseppe Vita. Luigi Abete ha illustrato gli obiettivi della sua presidenza per il prossimo biennio: rafforzare il ruolo dell’Associazione come organo di rappresentanza delle imprese indipendentemente dal settore di attività, per sviluppare un sistema di norme e di istituzioni favorevoli al mercato e all’impresa, fatto di regole semplici, chiare nei principi e certe nell’applicazione. “Questi obiettivi - ha spiegato il neo-presidente - restano la stella polare di Assonime, la rotta nella quale intendo continuare a indirizzarla: collaborando strettamente con le istituzioni nel momento della formazione delle leggi, assistendo le imprese nella loro applicazione”. Il Presidente ha illustrato i punti chiave dell’azione dell’Associazione nei prossimi due anni: semplificazione, qualità della regolazione e liberalizzazioni, regole societarie e del mercato dei capitali, sistema delle imposte. Crisi e politiche economiche Luigi Abete ha ricordato gli eventi “drammatici e straordinari” che hanno stravolto nell’ultimo anno l’economia e la finanza globale. Secondo Abete, però, il peggio è stato evitato, grazie agli interventi determinati dei governi e delle banche centrali dei grandi centri finanziari. “Gli indicatori di fiducia - ha detto il Presidente - sembrano migliorare, la produzione potrebbe rimbalzare per la fine del processo di riduzione delle scorte. Le borse sono in forte recupero. Si può sperare che, in un clima generale meno negativo, quei consumatori che dispongono di potere d’acquisto, ma avevano smesso di spendere per il timore di un collasso generale dell’economia, ritornino a spendere. Intanto però, si dovrà trovare il modo di sostenere quella parte di ceto medio che si è trovato impoverito”. “La crisi è anche cambiamento, selezione di nuovi attori, preparazione di nuovi sviluppi … L’Italia sembra messa meglio di altri, perché gli eccessi di debito sono stati evitati, le disponibilità finanziarie delle famiglie sono elevate, il tessuto imprenditoriale è straordinariamente vitale” ha dichiarato Abete. Semplificazione, qualità della regolazione e liberalizzazioni Sulla semplificazione normativa, Abete ha auspicato che “si realizzi finalmente l’obiettivo di consentire l’apertura di un’impresa in un giorno, si attuino gli impegni a migliorare l’amministrazione pubblica. Il Governo mantenga l’impegno a ridurre del 25 per cento entro il 2012 gli oneri per le imprese derivanti da obblighi informativi nei confronti della pubblica amministrazione”. Sul fronte della giustizia civile, che “resta drammaticamente lenta e imprevedibile” il neo-presidente di Assonime ha offerto la piena collaborazione dell’Associazione al Ministro della Giustizia. Regole societarie e del mercato dei capitali Il neo-presidente ha ricordato che il sistema di regole societarie e del mercato finanziario è profondamente mutato negli ultimi anni, “il nuovo quadro normativo è stato alterato da una molteplicità d’interventi dettati da eventi contingenti”, come gli scandali finanziari, che hanno condotto a restringere la contendibilità delle imprese italiane. Abete ha auspicato che tali norme siano eliminate al più presto per rendere il nostro mercato dei capitali più attraente per gli investitori istituzionali e per incoraggiare l’afflusso di capitali dall’estero. Abete ha anche sottolineato l’esigenza di completare la riforma della legge fallimentare, particolarmente con riguardo alle norme penali e fiscali che impediscono il buon funzionamento del sistema, per favorire le ristrutturazioni e la riallocazione del capitale. Il sistema delle imposte Abete ha ricordato con rammarico che la discesa delle aliquote IRES è stata già oggetto di ripensamento per le imprese che operano nel settore petrolifero ed energetico, con l’introduzione l’estate scorsa di un’addizionale IRES del 5,5 per cento (la Robin Hood Tax). È prioritario, ha ribadito Abete, rivedere il sistema di deduzione delle perdite, che oggi appare eccessivamente restrittivo, in particolare per le perdite su crediti verso debitori insolventi. Un tema questo sensibile in particolar modo per gli enti creditizi, ai quali si chiede di non contrarre i flussi di credito. Il neo-presidente ha ricordato come il regime d'imposizione delle imprese e dei frutti del capitale svolga un ruolo centrale nel determinare l’attrattività del nostro paese per gli investimenti. “Nonostante le difficoltà - ha detto Abete - riteniamo che vadano riprese e portate a compimento le proposte di riordino della tassazione dei frutti delle attività patrimoniali. Unificare e semplificare l’imposizione dei redditi finanziari può restituire competitività ai fondi di investimento mobiliari nazionali rispetto a quelli esteri”. A suo avviso, inoltre, anche i redditi da locazione andrebbero tassati con imposta cedolare secca uguale a quella applicata ai redditi finanziari, in modo da rendere il sistema più semplice e neutrale. In una prospettiva temporale più lunga, il neo-presidente ha invitato a riflettere sull’opportunità di “spostare il baricentro dell’imposizione verso i consumi, in particolare con l’IVA”, ricordando che esistono al riguardo margini di manovra, poiché in Italia l’incidenza della tassazione dei consumi è complessivamente inferiore, in rapporto al PIL, a quella riscontrabile in altri Stati dell’Unione europea. Abete è intervenuto, infine, sulla legge delega su federalismo fiscale. Essa offre al Paese una grande opportunità di miglioramento dell’amministrazione della cosa pubblica, ma l’indeterminatezza di molte disposizioni comporta il rischio che la frammentazione dell’ordinamento si traduca nella frammentazione del mercato, “è essenziale - invece - salvaguardare l’unità e la coerenza del sistema tributario”.
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