Venerdì, 22 Novembre 2024

Il contratto di lavoro giornalistico, dalla nascita ad oggi


Formazione obbligatoria continua, qualità, salari di ingresso al centro degli argomenti del convegno dei giornalisti svoltosi il 29 settembre 2014 a Lecce...

Il contratto di lavoro giornalistico, dalla nascita ad oggi

Francesca Maggiulli - Il punto della situazione con i giornalisti sul contratto di lavoro della categoria il tema del convegno che si è tenuto lo scorso 29 settembre 2014 a Palazzo dei Celestini a Lecce: Raffaele Lorusso presenta il direttore della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI), Giancarlo Tartaglia, che illustra le novità dell'accordo sottoscritto con la Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG).

Col recente incontro a Bari di ASSOSTAMPA con gli esponenti di tutte le associazioni sindacali delle regioni che fan parte della FNSI, Raffaele Lo Russo è stato candidato alla carica di segretario nazionale di FNSI e, tra le novità di rilievo, l’attribuzione dei crediti formativi obbligatori, il cui conseguimento è annuale, mentre la verifica è triennale. La questione è di non poca difficoltà organizzativa, tenuto conto che nella sola Puglia vi sono 5000 iscritti. Per quest'anno, essendo entrato in vigore il cambiamento dallo scorso aprile, occorre conseguire solo 15 crediti. Sul sito nazionale dell'Ordine vi è un corso online gratuito con 10 punti. Gli eventi saranno organizzati con cadenza trimestrale. Dal 2015 il 50% dei crediti potranno essere conseguiti online. Bisogna iscriversi attraverso la piattaforma, perché stampare il voucher dov’è il codice a barre che a breve servirà per la registrazione delle presenze in entrata e in uscita con i lettori ottici.

 
Tartaglia inizia con un excursus del contratto dei giornalisti, per offrire ai colleghi un momento di studio di quella che è stata l’evoluzione del diritto del lavoro giornalistico in Italia per poi riferire le condizioni dell'attuale contrattazione che si trova di fronte ad un blocco del rinnovo da parte degli editori, sfiduciati dal cambiamento tecnologico svantaggioso per la categoria con il passaggio dalla carta al web dove la pubblicità non paga mai a sufficienza i costi. L'Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani (INPGI) vede oggi diminuire 300-400 giornalisti all'anno e non può garantire le pensioni di domani. La bassa contribuzione del passato nel 2016 aumenterà e gli editori riconosceranno dal 2016 quanto già previsto dall'Inps. Questo perché non chiuda l'istituto.
 

Col rinnovo modificata l'indennità fissa sulla qualifica: trasformata con integrazione previdenziale da erogare al termine dell'attività lavorativa, è depositata su un apposito fondo. Con la crisi, però, tale fondo si è andato esautorando e l'escamotage è stato il prestito dell'INPGI agli editori con una aliquota maggiorata. Esaurito questo fondo, però, un nuovo accordo tra FIEG e FNSI, non ha avuto la convalida del Ministero del Lavoro che ha detto no all'istituzione del fondo ed ha posto la necessità della revisione contrattuale. Soluzione tampone per salvaguardare i diritti dei giornalisti, la rateizzazione del capitale con calcoli attuariali e, modificata nella struttura, è stata ripresentata la richiesta di prestito al Ministero per cui, se va tutto bene, dal prossimo 1° gennaio saranno dati 10mila euro, i successivi saranno rateizzati entro i prossimi 12 anni  nel rispetto dei criteri di anzianità. Chi a dicembre 2014 maturerà l'anzianità aziendale di almeno 15 anni potrà ricevere l'ex fissa. A coloro che hanno 14 anni bonus di 10mila euro e, a scendere, riconoscimenti economici fino ai 10 anni di anzianità. Si vuole concludere quest'indennità e ripristinare l'indennità di mancato preavviso, riportando questi oneri in capo all'azienda, anche in caso di raggiungimento dei limiti di età - prima non esisteva. Per la salvaguardia della categoria, è necessaria l'introduzione del salario d'ingresso (abbattimento contributivo), apprendistato professionalizzante, con riconoscimento nei 18 mesi di praticantato e aumento di percentuale fino al 36esimo mese. L'INPGI ha deliberato la riduzione del 50% della contribuzione dallo Stato se è a tempo indeterminato ed altrettanto, in misura diversa, per il tempo determinato. Sul lavoro autonomo vi è la legge dell'equo compenso e la Commissione del Governo sta affrontando le nuove misure. Al momento il TAR dovrà stabilire se valido quanto stabilito dalle categorie. È questo il terreno più ostico per gli editori. Il sindacato si sta dibattendo per portare gli autonomi da parasubordinati a subordinati. Il free lance versa il 12%, per il cococo invece i due terzi sono a carico dell'azienda.

Spazio, infine, a possibili interventi ed il capo ufficio stampa della Provincia di Lecce, Roberta Lo Monaco, chiede come e da chi i giornalisti pubblici riceveranno la pensione. Giancarlo Tartaglia ammette che le amministrazioni pubbliche, per il fatto che non hanno l’obbligo di assumere giornalisti, non fanno sapere cosa faranno per le pensioni. L’agenzia di rappresentanza e di organizzazione del contratto di lavoro per il pubblico impiego, l'ARAN, organismo che fa le trattative, per la mancata partecipazione di CGIL e CISL e UIL, ha preso tempo per la convocazione della FNSI al tavolo delle trattative e di rimando la FNSI ha rinnovato avuto ragione dal Tribunale di Roma, ma, sentenza passata in giudicato, a tutt'oggi continua l'opposizione estrema e feroce che impedisce la sua seduta al tavolo delle trattative. Nella pubblica amministrazione il TFR è virtuale: la pubblica amministrazione non ha l'obbligo di accantonare in bilancio quanto dovuto e, dunque, al momento in cui deve provvedere all'erogazione, si pone il problema della trasformazione da virtuale in reale.

Dall’intervento finale di Lorusso, tre i punti essenziali focalizzati, sui quali la categoria deve volgere il proprio impegno:

1.  attenzione alla qualità dell'informazione, per puntare su ciò che contraddistingue il lavoro del giornalista da tutti gli altri svariati contenuti diffusi dai media,

2.  introduzione dei tetti pubblicitari, già presenti in altri paesi, che pongono dei livelli massimi per la televisione spalmando così il resto della spesa su altro.

3.  nuove attenzioni per i diritti di autore, quale il riconoscimento da parte dei motori di ricerca ai vari autori di contenuti.

 
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