Sabato, 23 Novembre 2024

Approvato il Codice del Commercio in Puglia


La Regione Puglia ha il suo "Codice del Commercio", una legge quadro che rende più semplice la vita di decine di migliaia di operatori del commercio perché trasforma la complessa normativa esistente in un sistema di norme razionale e funzionale e liberalizza le attività economiche.

Approvato il Codice del Commercio in Puglia
La Regione Puglia ha il suo “Codice del Commercio”, una legge quadro che rende più semplice la vita di decine di migliaia di operatori del commercio perché trasforma la complessa normativa esistente in un sistema di norme razionale e funzionale e liberalizza le attività economiche.
 
Il disegno di legge è stato approvato il 26 marzo 2015 dal Consiglio regionale della Puglia. A darne notizia è l’assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone che spiega: “Abbiamo reso un servizio efficace ed efficiente al commercio che è un motore economico di primo piano per la Puglia, e ai consumatori che lo rendono tale. Avevamo la necessità di rendere organico un complesso corpus di norme composto da leggi regionali e nazionali non solo numerose, ma elaborate in tempi diversi e per svariate esigenze”.
 
“La seconda necessità – continua l’assessore – era adeguare queste leggi al nuovo quadro legislativo ed economico sia nazionale che europeo orientato alla liberalizzazione delle attività e alla semplificazione degli oneri amministrativi a carico delle imprese. Infine c’era proprio la necessità di integrare leggi differenti per semplificare il quadro degli adempimenti ai quali sono sottoposti sia gli operatori che le amministrazioni”.
 
In particolare il nuovo Codice prevede:
- la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) come modalità normale di inizio delle attività, mentre l’autorizzazione rimane come eccezione prevista per attività impattanti o che necessitano di particolari verifiche e controlli preventivi. In particolare rimangono soggette ad autorizzazione le attività che hanno o potrebbero avere impatti sul territorio come le strutture commerciali di dimensioni rilevanti, gli esercizi che prevedono la vendita o la somministrazione di alcolici, i nuovi impianti di distribuzione dei carburanti, le attività che comportano la permanenza di gruppi di persone generando problemi come, per esempio, il rumore, le strutture con potenziali impatti ambientali (come i distributori di carburante) e le attività che si svolgono su aree pubbliche;
- l’unificazione di alcune normative per tutti i settori, quali la pubblicità dei prezzi, i sub ingressi ecc;
- la razionalizzazione ed estensione a tutte le attività commerciali di alcuni istituti originariamente previsti in sede fissa come i centri di assistenza tecnica, l’Osservatorio del commercio, i Distretti urbani del commercio;
- la regolamentazione di tutte le attività di vendita al dettaglio, eliminando i riferimenti a normative nazionali ormai obsolete;
- infine le sanzioni e le modalità di sospensione e revoca delle autorizzazioni. Anche in questo caso l’unificazione delle normative consente di semplificare notevolmente la normativa.
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