Tenuta dei ricavi, accertamenti più mirati e selettivi, significativo aumento della maggiore imposta accertata, che ammonta nel
L’analisi delle dichiarazioni relative agli studi di settore consente di tracciare la mappa dell’andamento dei ricavi e dei redditi tra il 2007 e il 2008 conseguiti dalle Pmi e dai professionisti. Sul panel di 3 milioni di contribuenti “in vita” sia nel 2007 sia nel 2008, si registra, in un anno di crisi come il 2008, una stabilità dei ricavi e un decremento dei redditi di circa 5 punti percentuali tra il 2007 e il 2008. Tuttavia, per la platea dei soggetti che riportano un utile in dichiarazione - oltre l’88% del panel - la variazione negativa dei redditi è significativamente più contenuta (-1,9% a fronte di un incremento dei ricavi pari all’1,5%).
Durante l’incontro è inoltre emerso che i correttivi 2008, messi in campo per la crisi economica, hanno colto bene la reale situazione del Paese a conferma che gli studi di settore non sono uno strumento rigido e calato dall’alto, ma al contrario, si tratta di una metodologia flessibile. Sono stati, infatti, più di un milione i soggetti che hanno applicato i correttivi, di cui 400mila sono diventati congrui e 700mila hanno ottenuto una riduzione dei maggiori ricavi.
Sul fronte dell’accertamento i numeri parlano chiaro: meno controlli, ma più mirati e di qualità superiore nel 2009 rispetto ai due anni precedenti, con una maggiore imposta accertata media di circa 13mila euro per accertamento (quasi il doppio rispetto al 2008 e il triplo rispetto al 2007) e una maggiore imposta definita media che cresce del 58% rispetto al 2008.
Tali dati confermano la validità degli indirizzi operativi contenuti nelle circolari e nelle direttive dell’Agenzia delle entrate degli ultimi anni che, in linea con interpretazioni fornite di recente dalle sezioni unite della Corte di Cassazione, impongono agli uffici di rafforzare sempre le presunzioni basate sugli studi di settore con ulteriori elementi di riscontro, come per esempio l’andamento dichiarativo e la capacità di spesa del soggetto non congruo.