“Le prospettive del settore dell’edilizia continuano a rimanere piuttosto incerte, dato che la produzione di tale comparto è attestata sui livelli più bassi degli ultimi anni e non è distinguibile ancora alcuna tendenza chiara alla ripresa. In Italia non c’è stato come in altri paesi occidentali l’utilizzo anticiclico dell’edilizia pubblica per uscire dalla crisi.
Per questo, mercoledì 1° dicembre l’Ance ha indetto a Roma, in piazza Montecitorio, una manifestazione di protesta e di proposta”.
Ad affermarlo è il presidente di Ance Lecce, Nicola Delle Donne, che continua: “Le associazioni imprenditoriali tutte e le organizzazioni sindacali del settore parteciperanno alla manifestazione romana, per sollecitare il Governo e tutte le forze politiche in Parlamento, affinché vengano finalmente adottate misure volte a promuovere un effettivo rilancio del settore edile”.
In particolare, Ance Lecce – spiega Nicola Delle Donne – considera prioritari per la salvaguardia delle imprese i seguenti punti: immediato sblocco dei pagamenti per le imprese che hanno Sal approvati e, oggi, vincolati dal Patto di stabilità ed una diminuzione in generale dei vincoli posti dal patto stesso”.
Altra questione non di minore importanza è quella fiscale. “Le imprese – afferma Delle Donne - chiedono l’eliminazione delle pesanti distorsioni fiscali esistenti nel settore immobiliare (ad esempio: iva sull’invenduto dopo quattro anni) nell’ambito di una riforma del fisco orientata allo sviluppo e più equa per lavoratori ed imprese”.
“Ma numerose sono ancora – conclude Delle Donne - le richieste rivolte al Governo per dare slancio al settore: puntare a processi di semplificazione e accorpamento delle procedure amministrative, senza rinunciare ai principi di sicurezza e regolarità; rendere disponibili le risorse già destinate alle priorità infrastrutturali; estendere all’edilizia gli ammortizzatori sociali definiti per il settore industria; rilanciare gli strumenti di investimento nelle infrastrutture e nell’immobiliare e attivare strumenti di lotta all’illegalità e promuovere la qualificazione delle aziende con procedure esigibili, chiare e non penalizzanti”.