Siam in Occidente e
dell'UE facciam parte,
sembravamo tra i più raggirevoli,
perché meno evoluti e competitivi.
Abbiam cambiato i nostri politici più volte,
abbiam continuato a lavorare e, senza cedere
alle sbandierate distrazioni, senza mai un complimento
ricevere, abbiam detto No a privatizzazioni delle acque.
Con difficoltà e sacrifici, abbiam imparato le lingue straniere,
ma mai mancando di difendere i nostri ambiti diritti derisi.
Qualcuno di noi ha osannato i disonesti, qualcuno perdonato,
i più di noi, disorientati, si son dispersi, ma, miti e non banditi,
non siam caduti alle lusinghevoli novità dei subdoli tranelli,
dopo i freni alle pale al vento ed ai pannelli sì cari ad Apollo.
I più di noi lottano ancora contro le tante altre depredazioni,
al bisogno noi siam ancor d'istinto portati a prodigarci tutti,
piangendo, per gli impietosi, più ricchi e arroganti cugini, ma
non siam stupidi e, al gioco di cancellarci, diciam chi siamo.
Siam ITALIANI, popolo di più colori, che il tricolore li avrebbe
uniti per dir ai forti Paesi tal novella ardita, che poco lieti rese.
Ma poi, la nostra storia e la loro storia
si son lette con nuove lenti,
per lo splendore del moderno ricordo.
Ed ora sì, invece, ancor lo
diciamo, siam ITALIANI,
dei nostri padri
non dimentichi.
Di lingue nuove
non impauriti, ma,
temerari e arditi, noi siam
qui, ora pronti a dir la nostra.
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