Giovedì, 28 Novembre 2024

UE, un po’ di storia



L’ingresso dell’Italia in UE è chiaro più per le rinunce che per le migliori condizioni di crescita e sviluppo.


UE, un po’ di storia

Ad analizzare i benefici e la crescita per il Belpaese ed i suoi abitanti dalla partecipazione all'Unione Europea, il buongiorno si era visto sin dall'inizio: lsciando stare i rincari per i mancati controlli da parte dell'Authority, indi per cui il mercato economico nazionale era iniziato ad impazzire insieme alla capacità della famiglia risparmiatrice italiana - che ancora in quegli anni esisteva - le regole comuni, per quel che è mia memoria, hanno imposto la paziente accettazione italiana di minor produzione del vino, per far sì che anche quello francese potesse essere competitivo. Le belle terre salentine sono state, con meraviglia e incredulità iniziale, spogliate dalle coltivazioni di grano, riempiendole di girasoli per dimostrare il rispetto di quanto previsto afrinte di irrinunciabili incentivi economici. Abbiamo avuto anche la vicenda degli ulivi secolari, presi varie volte di mira - che tra l’altro rientravano nei ricchi affari dei grandi espianti per allocarli in sfarzose ville in giro per il mondo- peculiarità tutta salentina da cui ci siam salvati grazie alla trovata di farli rientrare nelle tutele dei beni storici. 
Possiamo dirne tante altre se non erro, ma di tutto resta il ricordo dei vincoli e non di alcuna crescita, quasi una sorta di Piano Marshall perenne che, dietro la motivazione economica, ha mosso strategie produttive che non son poi state forse tanto vantaggiose né per gli italiani, né per l’Italia. 
Noi, d’altro canto, possiamo forse riconoscere di essere abituati ai buchi nell’acqua, alle illuse e deluse fedi bonarie nei confronti del prossimo, soprattutto se dotato di ricco portafoglio. Tra una tornata e l’altra ce ne siamo sentite dire di tutti i colori: credo di ricordare che qualche tempo fa gli statunitensi avevano detto di esser stati loro ad inventare la pizza!
Ma ora il cervello umano si sta proprio friggendo. Va di moda l’esagerazione. Paragonare il parmigiano al fumo nel dargli etichetta speciale di comune natura pericolosa! E poi guerra al prosciutto, all’olio, ma dai, ce n’è per tutti, anzi no, scusate, ce n’è giusto per l’economia italiana, perché ancora, nonostante tutto quel che non va, ovvero pur con tutto questo marasma, essa ancora incredibilmente resiste. Sopravvive infatti ancora, come un animale inafferrabile, la cultura italiana ed è ancora pur troppo inaccettabilmente ampia! Mia figlia, quasi dodicenne, mi ha chiesto giustamente se quella stessa etichetta sarà apposta su tutti i formaggi, visto che tutti aumentano i livelli di colesterolo ed io, a questo punto, proporrei un'etichetta-ologramma che accompagni la mente umana in ogni sua elaborazione cognitiva, visto che il pericolo parte dalla nostra stessa struttura costitutiva cerebrale.

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