Si torna a discutere oggi, a seguito dei messaggi che arrivano dal nuovo senatore leghista sulla delicata - e non per questo sbrigativamente trascurabile - tematica degli aborti per una rinnovata volontà di abrogarne la legge isititutiva n. 194 del 1978.
La sottoscritta, contraria agli aborti, ricorda i propri sedici anni e la propria classe con cui era in disaccordo con tutti, compagni e professori, e così, tra le tante, comprendeva,suo malgrado, che il diritto del nascituro conveniva non pensarlo.
"Lettera ad un bambino mai nato" di Oriana Fallaci, fu la lettura del libricino che, quando di li a poco capitò tra le mani, sembrò come se l'aria ed il sole fossero arrivati a rinfrancare il cuore ed i pensieri.
Ignorando allora alcune tristi vicende vicine, come anche lo stupore che di lì a breve le avrebbe portato la nascita di un meraviglioso fratellino oggi trentenne, già lo studio delle scienze bastavano a torturare la mente e la logica per l'inascoltato diritto alla vita del creato con la semplice motivazione dell'essere impreparati al nuovo arrivo.
Trent'anni fa si parlava del ventennio precedente e degli aborti segreti, che erano fino ad allora esistiti sopratutto per lavare l'onta delle famiglie ove la gravidanza avesse avuto luogo prima delle nozze e si parlava delle "mammane" che avevano distrutto giovani donne.
Così, con una legge che legittimava tutti gli aborti, si risolveva velocemente quel che - pur non detto - la scienza evidenziava come l'essere un atto che poneva fine allo svolgimento di una vita.
Si sa che fa piacere agli studenti quando i professori divagano dai temi stretti delle lezioni e così trent'anni fa, in una di quelle occasioni, la mia domanda in classe, durante le ore di filosofia al primo anno: "Se diciamo che l'aborto va visto solo perché decidiamo che quella vita non debba nascere perché non voluta, perché ci insegnate, durante le lezioni di Storia, che gli spartani erano cattivi in quanto buttavano i figli non voluti nel dirupo? Perché noi, oggi, non provvediamo diversamente, traendo spunto dagli esempi del più lontano passato, che pure abbiamo studiato, realizzando un sistema che garantisca il diritto alla vita di quella creatura, con una migliore modalità di abbandono che segua la via dagli ospedali ai tribunali? Mi fa male ancora ricordare che in classe era forte il reclamo del diritto a non rovinarsi la vita o tenendosi il nascituro giunto in un momento 'indesiderato, o sapendo che quella parte di sé potesse andare ad altri.
Trent'anni fa i giornali non denunciavano ancora il ritrovamento di cadaveri di neonati indesiderati gettati nei cassonetti o di altri terribili domestici ritrovamenti e sicuramente tali macabri fenomeni non erano così frequenti.
Negli anni a venire le morti dei bambini per soffocamento dimenticati nelle auto avrebbero suscitato scandalo e scalpore, portando a levare terribili accuse contro quella che era individuata esserne colpevole, la disumana crudeltà materna.
Ancora non vi era la dilagante epidemia della smemoratezza per i frenetici ritmi di vita la cui corsa contro il tempo avrebbe di lì a breve modificato anche i tempi e le scene delle pellicole dei film.
All'epoca si parlava dei bambini che, prima ancora del fenomeno dilagante degli aborti, venivano abbandonati in fasce fuori ai portoni delle chiese.
La sottoscritta chiedeva di fatto allora in classe che la società civile potesse ripristinare - quel che in effetti si stava già svolgendo nei casi di ragazze madri disposte a procedere alla rinuncia al bambino dopo il parto - quelle più vecchie usanze con i nuovi sistemi possibili per le progredite conoscenze, con la gestione appunto di sistemi laici"
Questi miei ragionamenti segnavano semplicemente il mio destino di ruolo marginale che poteva al meglio suscitare sorrisetti canzonatori ove non manifeste antipatie da parte di alcuni professori.
Eppure l'argomentata convinzione resta sempre per quel che mi riguarda sempre la stessa, ovvero che per un reale progresso dell'essere umano, di tutte le epoche, delle diverse correnti storiche possibili altalenanti, una società civile dovrebbe iniziare dal principio "se non vuoi tuo figlio, lascia che egli viva lo stesso".
#aborto #letteraaunbambinomainato #ministrofontana
Riferimenti
Legge 194, il senatore della Lega Pillon: “Via l’aborto, prima o poi in Italia faremo come in Argentina
di F. Q. | 13 agosto 2018
https://www.ilfattoquotidiano.it/…/legge-194-il-se…/4556550/
Legge 22 maggio 1978, n. 194
- Ministero della Salute http://www.salute.gov.it/im…/C_17_normativa_845_allegato.pdf
- Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_22_maggio_1978,_n._194
O.Fallaci, Lettera ad un bambino mai nato BUR, Milano 2014, https://books.google.it/books?id=syIcBNODzqYC&printsec=frontcover&dq=lettera+ad+un+figlio+mai+nato&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiEp9zTiezcAhVNyqYKHf4ECkAQ6AEICTAA#v=onepage&q=lettera%20ad%20un%20figlio%20mai%20nato&f=false