La celebrazione, istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU), mira ad eliminare il drammatico fenomeno della violenza sulle donne che vede il dispiegarsi di efferati omicidi, commessi spesso anche all'interno delle mura domestiche.
Intervenire contro la persecuzione delle donne, in particolare, è una necessità che va al di là della stessa difesa del genere femminile, è in effetti una priorità per l’intero sistema del benessere sociale: le donne, emblema del dono di vita, vengono attaccate da chi vuol distruggere la vita quando non la possiedono.
I crimini contro le donne sono lo specchio di un male sociale, di uno spirito eroso dal materialismo, sovrastato da un irrefrenabile usa e getta, dove l’invidia, avida e cupida, per crescere unica e sola, deve distruggere qualsivoglia forma di gioia osi sfilare al suo posto nella terrena passerella della vita umana.
Imparare a rispettare la donna significa iniziare a costruire un rapporto più vero con quell’essere che, col suo fertile grembo, è magico portatore di vita.
Imparare a rispettare la donna significa vedere che, oltre il proprio specchio narcisistico, vi è un altro essere, magari può essere quella sorella in cui, tu uomo, proprio non potrai specchiarti, magari perché alle volte troppo vivace, che sembra essere arrivata per poter ricordare tutti i giorni che il mondo, vedendolo e vivendolo con altre angolazioni, può essere percepito in maniera diversa.
Lavorare per la crescita sociale eliminando la violenza contro le donne è un forte impegno improrogabile, la cui sfida chiama l’intero mondo civile a saper meglio interagire con il suo prossimo, per così iniziare il cammino della pacifica convivenza terrena.