Al via l'esame della manovra in Parlamento. Parte oggi la serrata tabella di marcia, con le audizioni nelle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, mentre entro martedì alle 18 dovranno essere presentati gli emendamenti. E già nel pomeriggio di mercoledì, dopo una mattinata dedicata alla seconda tranche di audizioni, inizieranno le votazioni. Che dovranno terminare entro lunedì 18 luglio, per consentire al decreto legge di approdare in Aula il giorno successivo, il 19 luglio, e chiudere il tutto entro giovedì 21.
Ritmi serrati, che si rendono necessari per approvare la manovra prima della pausa estiva, l'obiettivo è entro la prima settimana di agosto. Come vuole la prassi, che si è consolidata negli ultimi tempi, il lavoro sui provvedimenti economici approvati per decreto legge si svolge solo in un ramo del parlamento, che si alterna tra Montecitorio e palazzo Madama.
Così com'è avvenuto per il decreto legge sviluppo, che è partito dalla Camera, dov'è stato modificato, ed è quindi passato al Senato per il via libera definitivo (ottenuto venerdì scorso), questa volta il lavoro parlamentare si svolgerà al Senato.
Nelle prossime due settimane, quindi, si dovrebbe decidere tutto sulla manovra, arrivando alla versione definitiva 'arricchita' dalle proposte di modifica del parlamentari. Sia il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, sia il premier, Silvio Berlusconi, hanno assicurato che il provvedimento è 'aperto' e che quindi potrà essere emendentato. Ma c'è una regola base da rispettare, i saldi devono rimanere invariati. Il presidente del Consiglio ha messo in chiaro, fin dalla conferenza stampa dopo il via libera del Cdm, che il governo, alla fine chiederà il voto di fiducia.
Il decreto legge dovrà centrare l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014, che sarà raggiunto attraverso una correzione di 40 miliardi. Per ottenere il risultato è stato messo a punto un pacchetto che contiene tagli che vanno dal pubblico impiego alla sanità, passando per comuni, regioni e cercando di recuperare risorse anche dal settore previdenziale.
Misure che, comunque, da sole non saranno sufficienti per arrivare a raggiungere il traguardo. Il totale delle risorse che dovrebbe arrivare dal dl è fissato a 25,3 miliardi, mentre gli altri 14,7 arriveranno dalla riforma fiscale. E nel caso in cui la delega non partirà nel 2013, scatterà una clausola di salvaguardia che prevede un taglio linerare delle agevolazioni fiscali. (Fonte: ADNKRONOS)