La Provincia di Lecce propone un’estate all’insegna della cultura contemporanea con tre prestigiose mostre offerte al pubblico nella Chiesa di San Francesco della Scarpa a Lecce.
“Il mito nell’arte contemporanea. Giovanni Tommasi Ferroni incontra Ovidio”, “Architettura sostenibile. L’altopiano iranico fonte di civiltà e ispirazione”, “Iran. Tra passato e Futuro”: sono questi i tre allestimenti realizzati nel capoluogo salentino che rientrano nel progetto “Sensi contemporanei” della Provincia di Lecce, sostenuto dall’iniziativa regionale “Circuito del Contemporaneo”.
Ad inaugurare le mostre dal 7 agosto, alle ore 19.30, a San Francesco della Scarpa (piazzetta Carducci), sarà il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, insieme all’assessore alla Cultura e vice presidente Simona Manca.
Saranno presenti il direttore dell’Istituto Culturale dell’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran a Roma Ali Reza Esmaeli, il direttore del Museo nazionale d’arte contemporanea di Teheran Mahmood Shalooi e il direttore del Museo provinciale “Sigismondo Castromediano” di Lecce Antonio Cassiano
Nella prima mostra “Il mito nell’arte contemporanea. Giovanni Tommasi Ferroni incontra Ovidio”, Tommasi Ferroni, con le sue opere, ripercorre la tessitura dell’opera di Ovidio, disponendo in senso cronologico gli eventi, dal caos all’auto esaltazione finale del poeta, con figure espressive scelte tra quelle che possono proiettarsi nella contemporaneità e raccontare sogni, desideri, paure, passioni, follie, amori, dignità, umanità. Metamorfosi di felicità o di sofferenza che ancora oggi indicano come l’uomo possa realizzare la parte migliore di sé attraverso l’arte.
Di altro segno invece la mostra sull’ “Architettura sostenibile. L’altopiano iranico fonte di civiltà e ispirazione”, che offre una riflessione sull’architettura ecosostenibile e bioclimatica e su come questa non possa prescindere dallo studio degli antichi sistemi costruttivi del passato, che riguardano la climatizzazione, la ventilazione ed il raffreddamento naturale, l’accumulo del calore e l’impiego di materiali non artificiali ed ecocompatibili, reinterpretati nella realizzazione delle costruzioni dei nostri tempi mediante l’uso di nuove e moderne tecnologie.
La mostra propone un viaggio affascinante nel grande e singolare altopiano iranico: un luogo montuoso e desertico, ad oltre mille metri sul livello del mare, con un clima secco e arido, dove le estati raggiungono i 50°C e gli inverni sono brevissimi e nevosi e dove il termometro può scendere anche di 20°C tra giorno e notte. In situazioni così particolari ed estreme, tutto è dettato dal fattore climatico-ambientale, la vita quotidiana come l’architettura, i modi di vivere come quelli di abitare. Il viaggio si snoda in circa 4mila chilometri tra caravanserragli che segnano le antiche vie della seta, piccoli villaggi interamente in terra cruda e oasi rigogliose attorno agli ingegnosi sistemi dei qanat, che prelevano l’ acqua da sorgenti montane lontane anche 100 chilometri. Passa da città come Kashan, con le sue abitazioni suntuose e gli hammam; Nain, con le innumerevoli cisterne per la raccolta dell’acqua; Abarkuh, con le sue immense ghiacciaie. E poi Esfahan, con le meravigliose moschee dalle facciate interamente ricoperte di policrome maioliche smaltate, e ancora Shiraz, la città del palpitante bazar e dei mausolei edificati per onorare i grandi poeti come Hafez e Ferdousi. Ed, infine, la meravigliosa Yazd, con il suo centro storico tra i più antichi del mondo, con gli edifici costruiti in terra cruda e con gli antichi sistemi dei badghir, ovvero le torri “acchiappa vento”, il più caratteristico e tradizionale elemento arcitettonico delle città persiane. La mostra è curata dall’architetto Stefano Russo con la collaborazione dell’Istituto Culturale dell’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran a Roma e del Museo provinciale “Sigismondo Castromediano” di Lecce. L’allestimento sarà arricchito e completato da una seconda mostra dedicata all’Iran, dal titolo “Iran. Tra passato e futuro”. Gli usi e i costumi della gente iraniana, gli angoli più belli e intriganti di questo millenario paese, i suoi tanti volti sono fissati e raccontati in 180 scatti fotografici. Le mostre rimarranno aperte sino al 14 settembre 2009, tutti i giorni dalle ore 9.30 alle 13 e dalle ore 18 – 21. Chiuso la domenica mattina e il 15 agosto.