Arriva dal Ministero dell'Economia e delle Finanze un comunicato stampa che riporta i principi del prof. Giulio Tremonti in merito al delicato e quanto mai attuale tema del lavoro. Il pensiero da cui muove le sue riflessioni è di aver sempre contrastato il primato darwinista del lavoro precario e mobile sul lavoro fisso e stabile.
Il prof. Tremonti ha espresso ieri idee che ha scritto negli anni passati e da ultimo nel volume La paura e la speranza.
Come segue:
- pag. 51: “La società europea è invece storicamente basata sul presupposto del luogo fisso, in senso sia geografico che sociale. E’ per questo che le mutazioni nel modello del lavoro, lo spostamento dal lavoro fisso a quello rotativo, portano con sé anche fortissime mutazioni sociali, a cui non siamo preparati.”;
- pag. 69: “Il cambiamento nella struttura del lavoro non è stato interno, ma esterno, non è venuto da dentro, ma da fuori: è venuto dalla globalizzazione... Il precariato fisso, al posto del lavoro fisso, può infatti andare bene in società molto mobili, con grandi e continue migrazioni interne, da un luogo all’altro, da un lavoro all’altro.
Non va invece bene in società – come sono le società europee – che per storia e per tradizione si sono formate e fermate su luoghi geografici e sociali fissi. Mobilità geografica ed evoluzionismo sociale spinto dalla “competizione” possono infatti andare bene (e vanno bene) anche in Europa, ma solo per la parte più forte e dinamica della popolazione, non per le masse che stanno alla base delle nostre società. Non solo. La questione del lavoro è a sua volta centrale all’interno di una più generale questione sociale. Che tipo di società vogliamo? Una società destrutturata e destabilizzata che smorza la voglia e la speranza di avere una famiglia e dei bambini, e poi una casa ed infine una pensione, o una società struttura e stabilizzata sul lavoro e sulla famiglia e quindi su valori che non siano dominati dal continuo ricatto dell’economia competitiva del precariato?”.