Dopo le filiali di banche svizzere, austriache e quelle al confine con San Marino, Guardia di Finanza ed Agenzia delle Entrate puntano questa volta i riflettori sulle filiali di banche slovene con sede in Italia, sulle filiali di banche italiane con sedi territorialmente vicine ai confini con la Slovenia e con l’Austria, sugli intermediari italiani che hanno partecipazioni di banche slovene.
Cambia la nazionalità, ma non le modalità di controllo adottate e gli scopi perseguiti dagli agenti del Fisco: verificare, cioè, il corretto adempimento da parte di banche e intermediari finanziari degli obblighi di comunicazione all’Archivio dei rapporti finanziari dei rapporti intrattenuti con i clienti e delle operazioni svolte al di fuori di rapporti continuativi, secondo quanto previsto dalla legge n. 248/2006 e dal decreto legislativo n. 231/2007.
L’operazione di oggi - che riguarda 68 soggetti, tra filiali di banche slovene o con sedi territorialmente vicine ai confini con la Slovenia e con l’Austria, e intermediari italiani risultati acquirenti di banche slovene con interessi in Italia - fa seguito a quelle risalenti al 27 ottobre 2009 nelle filiali di banche svizzere o con sedi territorialmente vicine a San Marino e allo scorso 3 dicembre che aveva interessato le filiali di banche austriache.
Il controllo sul corretto adempimento degli obblighi di segnalazione dei rapporti con la clientela si iscrive nel più ampio disegno di lotta all’evasione ed agli illeciti fiscali internazionali poiché consente di acquisire importanti informazioni per lo sviluppo di indagini volte a “scovare” i patrimoni illecitamente portati all’estero.
Con i controlli odierni salgono a quota 182 le filiali di banche estere considerate ad alto rischio che negli ultimi mesi sono finite sotto la lente della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate.
Cosa c’è nell’Archivio dei rapporti finanziari – La banca dati dei rapporti finanziari contiene tutte le comunicazioni relative ai rapporti continuativi intrattenuti con la clientela esistenti, a partire dalla data del 1° gennaio 2005, alle cosiddette operazioni extra-conto, ossia poste in essere al di fuori di un rapporto continuativo, ad eccezione delle operazioni di versamento effettuate tramite bollettino di conto corrente postale per un importo unitario inferiore a 1.500 euro, nonché ai rapporti diversi da quelli intrattenuti con i titolari dei rapporti continuativi o delle stesse operazioni extra-conto (procure e deleghe).
Vademecum per le comunicazioni – I dati devono essere comunicati all’Archivio mensilmente in via telematica. Nel database sono registrati, ad oggi, oltre 950 milioni di rapporti e più di 90 milioni di soggetti che hanno effettuato operazioni extra-conto.
I soggetti tenuti a inviare i dati sono circa 13 mila e includono le banche, la società Poste italiane Spa, gli intermediari finanziari, le imprese di investimento, gli organismi di investimento collettivo del risparmio, le società di gestione del risparmio e ogni altro operatore finanziario.
L’obbligo di comunicazione ricade anche sulle filiali estere di operatori italiani e, ovviamente, su quelle italiane di operatori.