Il progetto Regione Salento è stata la sconfitta dell’eppur autorevole Giuseppe Codacci che oggi si ripropone a toni decisi nel discutere dei ridisegni geografico-amministrativi in Italia, in linea con il caro tema dei federalismi.
Chi conosce la storia delle nostre terre d’origine? Viaggi lontani “low cost”, ma per le strade del Salento si gira meglio con i propri mezzi ed il povero così comprende cosa voglia dire confinamento e smembramento, dalla perdita della conoscenza delle proprie origini, dallo sradicamento ancestrale dei propri affetti.
Quel piccolo mondo, così ricco di tutti gli ingredienti per vivere e crescere deve solo scomparire perché svantaggiato nella concorrenza dei mercati internazionali.
Non si parla di diritto alla famiglia per i cittadini europei -eppur espressamente sancito - ma di diritto alla cittadinanza da estendere a tutti gli affratellamenti possibili, oggi è redivivo l’Impero romano di età augustea, così come, sempre più centrale, il tema dell’uguaglianza acceca cancellando le memorie delle diverse identità e vanificando i primi ingredienti costitutivi delle comunità, fatte, hainoi, prima di tutto di legami e di conoscenza.
Le politiche liberali, il liberismo dei mercati sovranazionali, grandi ponti contro le costrizioni locali, oggi devono dar spazio alla valorizzazione intraeuropea per il benessere dei suoi cittadini per un lavoro volto alla reale crescita piuttosto che implodere nella perdita di sostenibilità e credibilità.
Si chiede che che le realtà locali possano godere del potere di autogestione e autorappresentazione - questa è l'autonomia - per dar valore al progetto della più ampia comunità "glocale".
Collegamenti tra grandi distanze, che il virtuale serva il reale, piuttosto che seguire la strada dell'effimera panaceea sostitutiva del mgro e scarno reale, fatto di un patetico quotidiano che spinge gli individui a perdere quella radice umana connotativa della propria identità.