Inizia la necessità di dare testimonianaza del vissuto di tutti i giorni per meglio riflettere sulle reali condizioni dell'inclusione nel tema migranti.
La sottoscritta il 19 maggio u.s., come riferito sul profilo Facebook in quella data, è andata a comprare gli spaghetti presso un un supermercato del paese ed un giovane di colore fermo all'ingresso - scarpe bianche di ginnastica, pantaloni militari, maglietta rossa coca-cola, auricolari e mani in tasca - pur essendo del tutto a me sconosciuto, mi dice, col suo buon italiano: "Buongiorno signora!".
Mi chiedo perché in alcuni supermercati ruotino sempre persone agli ingressi, a differenza di altri, dove gli ingressi ricordano ancora quei luoghi di una volta, quelli in cui potevi accedere con maggiore sicurezza.
Quest'episodio per me si ricollega con quello su cui ritengo si debba riflettere in tema di migrazione.
L'accoglienza non è questa. Credo che non sia sbagliata la mia idea in merito: ci stiamo prendendo solo in giro e oggi viviamo in un territorio che vuol fare sentire ospiti i residenti, i quali un domani potrebbero all'improvviso, per i più svariati motivi, vedersi tremare la terra sotto i piedi.
Penso alle pllitiche dell'accoglienza, più in generale dell'inclusione ed alle politiche ambientali.
Se politica deve essere, che sia seria per favore, che torni lo stato di diritto, a tutela di gente che vive senza il nomadismo.
Per la cronaca, poi quel giovane me lo son trovato dietro in fila alla cassa per pagare non so quale acquisto.
Ma insomma, oggi dov'è la sicurezza delle persone?
In questo stato di cose, con che coraggio si impongono i nuovi obblighi per la sicurezza dei dati?
Per il resto, restiamo in attesa che l'obbligo di riservatezza, con le imminenti norme del GDPR, possano apportare significativi miglioramenti alla vita dei cittadini UE.